Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
•188 storia dei comuni italiani.
che Torlona venisse riedificata alle spese di Milano; e mantennero religiosamente la fede data non appena Federigo ebbe presa la via di Roma. 11 tempo ha serbata la lettera che, dopo riedificata la città, i consoli e il popolo di Milano scrissero ai consoli ed al popolo di Tortona mandando loro una tromba per convocare i cittadini a parlamento; un gonfalone bianco avente la croce rossa nel mezzo per significare la vittoria sui nemici conseguita con l'aiuto di Cristo e col diritto, e il sole e la luna, simboli, il primo di Milano, l'altro di Tortona, indicanti che questa traeva l'esistenza e lo splendore da quella;mandarono parimente un sigillo effigiato de'segni delle due città, che rimarrebbero per sempre congiunte 1 — ed era costumanza dei tempi. —
VI. Il Barbarossa entrò trionfante in Pavia tra il fragoroso tripudio de' cittadini e si fece coronare nella chiosa di San Michele, dov' era un tempo l'antica reggia de' Longobardi; pochi giorni dopo prese il cammino di Boma. Passò per Piacenza, ma trovatala bene apparecchiata alla difesa come quella che aveva ricevuti soccorsi di cavalli e di fanti da Milano, non osò provocarla, e andò a celebrare la Pentecoste in Bologna, dove a quel popolo fece comandamento di riedificare il castello di Medicina. Traversando la Toscana esortò i Pisani ad allestire la loro armata per la guerra che meditava di muovere ai Normanni di Sicilia. E dopo di avere posto sulla sede di Ravenna un arcivescovo cui dette l'investitura dell' esarcato, accelerò il passo verso Roma. La fretta con che Federigo procedeva, e il bellicoso apparato onde era cinto, messere in paura papa Adriano IV; che non sapeva se il principe venisse da amico o da nemico. Adriano era uomo inglese, astuto, longanime-, caparbio e di indole ferrea, tale almeno lo fanno credere gli atti del suo pontificato, quantunque i suoi panegiristi lo dipingano mite, benigno, paziente, tardo alla collera e facile al perdono.5 Finché vissero i suoi predecessori, Eugenio III ed Anastasio IV, Arnaldo da Brescia era rimasto in Boma. Adriano, avendolo scomunicato, non valse a farnelo allontanare, perocché il senato e il popolo difendevano l'apostolo
! La lettera è riportata dal Giulini.
5 Cardio. Aragon. Vita Adriani JK.
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