Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      2ÓG STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      I Milanesi, tosto che ne ebbero la nuova, mandarono Manfredi Dugnano, uno de'loro consoli, con Oldrato Basilicapie-tro, Obizo Matregnano, e.Gaspare Menelozio e quattrocento fanti. Lo arrivo di costoro accrebbe il coraggio ai Cremaschi eh' erano determinati di non cedere fiduciosi nelle fortificazioni con che la città era validamente munita, e sicuri della fede e del valore degli alleati. Federigo s'era già mosso dietro ai Cremonesi. Entrò in quel di Milano con intenzione di devastarne le campagne; e mentre egli s'avviava a Landriano per impedire che i Milanesi mandassero aiuti e vettovaglie ai Cremaschi, mandò le legioni pavesi a Settezzano, ed altre falangi a Garano e Yillamàggiore. I Pavesi si spinsero, guastando e incendiando tutto quanto trovavano fra via, fino al castello di Milano, e con vari ingegni ed astuzie di guerra provocarono i cittadini ad uscire. Non fu vario il loro desiderio : i Milanesi vennero fuori impetuosamente e dettero addosso ai Pavesi, i quali furono rotti e spogli del bottino di cui andavano carichi. Tornavano "gli altri, lieti della vittoria, a Milano, ed ecco sopraggiungere Federigo che li fuga, libera i Pavesi, riacquista il bottino, e fa prigioni quattrocento cavalieri e trecento fanti milanesi, mandandoli a Lodi e poscia a Pavia.
      Erano corsi otto giorni dal dì che i Cremonesi avevano principiato l'assedio di Crema, allorché vi giunse Federigo accompagnato da' suoi baroni, e da grande moltitudine di militi. Dispose allora con maggiore ordine il campo : egli si collocò a levante difaccia alla porta detta del Serio, i Cremonesi si stavano innanzi a quella di Ripalta; a porta Umbriona accampavano il duca Corrado, e Ottone conte Palatino, e presso quella di Ravengo le schiere di Federigo, figlio del re Corrado, formando un cerchio unito e fitto da non lasciare agli assediati varco nessuno. Con le consuete macchine cominciarono ad urtare le mura; i Cremaschi irrompevano all'improvviso per impedirneli; e in una sortita, mentre Federigo trovavasi per avventura lontano dagli accampamenti, fecero tali prodezze da rendere attoniti gì' inimici. Gli assediati avevano seco un uomo di mirabile ingegno, che gli aveva provveduti di stupende macchine, le quali rendevano vani gli sforzi de'nemici : ed un giorno avendo Federigo spinto fin presso le mura


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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