Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TEìtZO.
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      tinopoli,— essendo doge Domenico Morosini—aveva anche formato un trattato con Federigo Barbarossa raffermando le antiche amichevoli relazioni tra la repubblica e gli antecessori di lui. Vitale Micheli che nel 1156 era succeduto al Morosini, seguitò la politica del predecessore accrescendo le relazioni colle citta italiane, della cui potenza non aveva cagione a temere, ma come quello che formava disegni d'ingrandire il territorio della repubblica soggiogando il paese circostante, pensò d'immischiarsi deliberatamente nelle faccende de'comuni, per cavarli di sotto a Federigo. Cominciò inducendo lo stato a riconoscere Alessandro III ; il quale fatto era un segno manifesto di ostilità allo imperatore, che vie maggiormente ostinavasi a sostenere il nuovo antipapa. I Veneziani quindi persuadendo i loro vicini a giurare la lega, della quale la repubblica dieliiaravasi parte, giurarono anch'essi di sostenerla con tutte le forze loro, di somministrare la pecunia necessaria a prolungare la impresa fino alla compiuta liberazione di tutti. E cominciando senza indugio ad operare, andavano invitando le altre città, e i signori, taluni dei quali, avendo ricusato di aderire alla lega, furono aggrediti e costretti.
      XXX. Se la lega in sul principio rimase ignota a guisa di congiura, come poscia i collegati cominciarono a procacciare partigiani o a costringere con la forza, ne corse il grido per tutta Italia. Barbarossa appena lo seppe, ritornò a Pavia, e divisando di spengere in sul nascere quella eh'ci chiamava ribellione, raccolse dalle città fedelissime quanta potò gente in armi, e co' suoi pochi Tedeschi, corse sollecitamente a fiaccare — come egli diceva con frase biblica — le corna de' ribelli e superbi comuni.1 Ma perchè ogni potenza mal si sostiene priva di ciò che i filosofi politici oggidì chiamano sostegno della pubblica opinione, e i proconsoli e ministri di Federigo co' loro brutali portamenti glie 1' avevano distrutta, i comuni stessi che erano stati costretti a dargli le proprie milizie, sentivano — secondo che notammo più sopra — anch' essi molestissimo il peso del giogo alemanno, e andavano di mala voglia e quasi repugnanti a combattere contro quo' generosi popoli, che primi
      1 • . ... cornila rcbellionis et superbiae contra nos et inipcrium erexe-runt u scriveva egli ai Ferraresi, Muratori ail'an. 1164.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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