Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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storia dei comuni italiani.
Anconitani avventuratamente non prestarono fede allo scritto, e dopo pochi giorni videro comparire le armi degli alleati.
Giunsero sul declinare del giorno e sostarono sur un monte difaccia agli accampamenti nemici. Guglielmo suspicando che Cristiano mandasse esploratori, pensò d'ingannarlo. Comandò quindi che ogni milite d'ogni arme appendesse due o tre lumi alla lancia : in tal guisa l'esercito che era ben numeroso,1 triplicossi in apparenza; e gli esploratori tornarono atterriti sì che posero il tremito in cuore allo arcivescovo, il quale si ritrasse con le milizie sur un' altura che era bene munita. Guglielmo innanzi di muovere alla pugna ragunò a parlamento tutte le sue schiere : espose la santità della impresa, parlò con ispregio di que'guerrieri che non vergognavano di ubbidire al comando d'un prete, esecrò gl'Italiani che correvano allo eccidio de' loro fratelli. Lo secondò con fervida e dignitosa allocuzione Aldruda di Bertinoro, e i loro magnanimi sensi infiammarono siffattamente gli animi delle valorose milizie, che rispondendo tutti: «Sì! sì! » muo-vonsi fremendo e imprecando motti di vituperio a Cristiano ed a'suoi militi; il loro procedere tempestoso, rapido e serrato rende immagine delle onde del mare che di fondo all' orizzonte vengono accavallantisi e mugghienti a rompere contro la spiaggia. La notte accresceva lo spavento ; lo esercito imperiale si pose in iscompiglio, e Cristiano, ingannato anch' esso ed atterrito dai clamori delle milizie nemiche non che degli assediati, i quali parevano correre a far macello più presto che a pugnare, subitamente levando il campo, si dette alla fuga. I Veneziani vedendo l'impresa perduta, si ritrassero anch' essi.
Guglielmo ed Aldruda giunsero ad Ancona, e furono, come liberatori, condotti in trionfo dentro la città che venne approvigionata. Poco dopo Guglielmo recossi a Costantinopoli. Lo imperatore lo ricevè con insigni onorificenze facendolo sedere alla sua destra, ed alloggiare nel palazzo imperiale ; e gli fece doni di inestimabile valore, sì che potè tosto satisfare
1 « Erant qnippe XII eatervas militimi et quatibcl dueentos posuerant praecloctos. Vulgares vero niililes et popiilus vii poterai prae moltitudine numerari » Idem.
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