Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libiio terzo.
i grandi debiti contratti per assoldare lo esercito, e redimere i beni già impegnati. La fama dello eroismo d'Ancona si sparse rapidamente per tutta l'Italia, a quo'cittadini recando gloria non peritura, agli stranieri esecrazione e vergogna.
XLV. Federigo Barbarossa era rimasto circa sei anni in Germania, e sebbene lo arcivescovo di Magonza, da vero predone guastando terre e castella e taglieggiando i popoli della Italia centralo, testificasse che l'augusto padrone era vivo pur troppo, nelle contrade settentrionali all' incontro l'autorità imperiale era affatto spenta, e la lega giurata per venti anni, invece di sciogliersi, afforzavasi sempre con maggiore concordia; al cbe fare i consoli delle città in una ragu-nanza tenuta a Modena, presenti i cardinali Ildebrando e Teodino, rigiurarono i patti giurati, vietando espressamente che nessun membro della confederazione trattasse di pace con l'inimico.1 Ed era nuovo portento fra le gelosie, i rancori e le invidio perenni, che dianzi a guisa di universale pestilenza infermavano tutti i comuni. Instando i Pavesi e il marchese di Monferrato — il quale, due anni innanzi, era stato aggredito e rotto dallo milizie federali — Federigo deliberò finalmente di rivarcaro le Alpi. Nel maggio del 1174 tenne una dieta in Ratisbona, manifestò quanta fosse la insolenza e perfidia de' Lombardi, parlò della congiura ordita con essi dal papa, dal re siciliano e dal greco imperatore, dipinse corno oltraggiato e. pericolante l'impero; era quindi necessario senza indugio punire i ribelli e rimetterli a forza sotto il giogo alemanno. Non fu vano 1" appello eh' egli fece a tutti i suoi feudatari, imperciocché nel di di San Michele si mosse con un numerosissimo esercito, accompagnato dal fratello Corrado, da Ladislao re di Boemia, da Ottone di Witelspach, dall'arcivescovo di Treveri, da quel di Colonia, e da molti altri grandi signori e prelati. Nell'ottobre, calando per la Borgogna e per la Savoja, giunse in Italia, ed occupata Torino, piombò sopra Susa e la distrusse barbaramente per vendicare l'oltraggio patito sei anni innanzi, nulla valendo ai Susani il non avere aderito alla lega; perocché nuovi meriti nella memoria de' principi non cancellano vecchia colpa. Assaltò poi
1 Muro tu ri, Antiquit. Hai. Dissert, XLV1II.
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