Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
I.ICItO TERZO.
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segretissimamente una larga mina, per la quale una mano di gente introducendosi nella città, doveva aprire le porte. La mina, lavorandovi alacremente, fu compita nella settimana santa. Federigo propose agli assediati una tregua per celebrare i dì sacri alla passione di Cristo. L'accettarono e se ne stavano sicuri gli Alessandrini, allorquando nella notte del venerdì santo le grida ripetute delle scolte avvertirono che di sotterra in mezzo alla piazza erano sbucati i nemici. I cittadini armaronsi in fretta ed assalirono i Tedeschi, e chi ammazzarono, chi costrinsero a precipitarsi giù da'bastioni, e chi rificcarono nella buca facendovi sopra smottare il terreno. Ne qui si rimasero, ma di tanta ira gli accese la tradigione codarda del principe che, spalancate le porte, militi e popolo irrompono tempestosamente, assaltano gl'imperiali che stanno lì presso pronti ad entrare, gli fugano, e incendiano le macchine belliche.
Frustrato l'artifizio predetto, lo imperatore depose il pensiero di prendere Alessandria; e fatto tostamente bruciare il suo campo, mosse le milizie verso Pavia. 1 Lombardi potevano impedirgli il passo a Guignella; le loro falangi oltre ad essere riposate e vigorose, erano superiori di numero;1 nondimeno tanto poteva negli animi loro la riverenza verso il capo dello impero, che dispotisi ad affrontare lo assalto degli Alemanni, come li videro fermarsi, quasi volessero lì porre gli accampamenti, fermaronsi anch'essi reputando che sarebbero chiamati colpevoli di maestà ove fossero stati i primi ad assaltare. Trascorso nella incertezza tutto il giorno, nel susseguente— era il lunedì di Pasqua — cominciarono a correre fra lo esercito della lega voci di accordo; vuoisi che esortatori alla paco fossero uomini religiosi e savi, desiderosi di risparmiare il sangue cristiano. I negoziati furono condotti da Corrado fratello di Federigo, dal cancelliere imperiale, dal vescovo di Colonia, dal marchese di Savona, dal conte di Witelspach e da Umberto di Savojà, per parte dell'imperatore; per quella della lega da Ezzelino da Romano, avo del famosissimo
1 Muratori dice che v' erano le milizie dei a Milanesi , Bresciani , Veronesi, Novaresi, Vercellini, Trevisani , Padovani, Vicentini, Mantuaili, Bergamaschi, Piacentini, Parmigiani, Reggiani, Modanesi e Ferraresi. » An. 1173.
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