Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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storia dei comuni italiani.
tiranno di Padova, e da Anselmo da Doara padre di lìuosi. Entrambe le parti convennero di porre la lite in mano di alcuni arbitri e starsi alla loro sentenza. Così gli eserciti furono disciolti, e Federigo andò a Pavia.
L'imperatore elesse ad arbitri lo arcivescovo di Colonia, Guglielmo da Pozzasca ed un Pavese; per la lega trattavano Alberto da Gambara, Gezone, e Gherardo da Pesta, bresciano 1' uno, veronese l'altro, e il terzo milanese. I Cremonesi, i quali da che Federigo era arrivato in Italia avevano cessato di seguitare coli' usato fervore le cose della federazione, come seppero dell'accordo fatto senza lo assentimento loro, ne sentirono rimorso e vergogna, ed il popolo chiamandone colpevoli i consoli, levossi a tumulto, corse alle loro case e sfasciolle, ed eletti consoli nuovi, uscì col carroccio a congiungersi allo esercito lombardo. Lo incontrarono per via, ma non era più tempo. E l'imperatore che pace non bramava, ma tempo a rimettersi in condizioni da ricominciare la guerra, volendo staccare dagli allegati quei di Cremona rendendo sospetta la fede loro, scelse i loro consoli a soprarbitri qualvolta gli eletti non potessero concordare.
XLVI. I deputati della lega intanto ragunaronsi presso Mombello onde stabilire i patti da proporre al Barbarossa, e stanziarono una petizione neila quale dicevano che la società della Lombardia, della Marca {di Treviso), Romagna, Verona e Venezia desiderava d'avere la pace, la concordia e la grazia dello imperatore a queste condizioni : Che lo imperatore si pacificasse con la sacrosanta Chiesa romana madre di tutti i fedeli, e col suo pontefice Alessandro ; che le città di Cremona, Milano, Lodi, Bergamo, Ferrara, Brescia, Mantova, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Venezia, Bologna, Ravenna, Rimini, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, Bobbio, Tortona, Alessandria, Vercelli, Novara, e i signori Obizzo Mala-spina, il conte di Bertinoro, Ruffino da Torino, e tutti i castellani e le persone aderenti alla unità della chiesa di Dio, ed alla società predetta volevano, dopo conclusa la pace, fare verso Io imperatore tutto ciò che i loro antichi dal tempo della morte dell'ultimo Enrico, senza violenza o timore avevano fatto. Qualora fosse nata questione intorno a siffatti diritti o
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