Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro te11zo.
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      i morenti sui campo. I Tedeschi non vedendo più oltre sventolare il loro vessillo, mentre propagavasi ratta come lampo la voce che Federigo era morto, si scompigliano, si sparpagliano, si danno alla fuga per sottrarsi alla furia degl' Italiani, che con le spade nude gl' inseguono per un tratto d'otto miglia. Molti furono trucidati, altri precipitaronsi giù nelle acque del Ticino, moltissimi rimasero prigioni, e quanti Comaschi caddero nelle mani de'vincitori, vennero, perchè spergiuri alla lega, spenti senza misericordia. Immenso e d'inestimabile valore fu il bottino, preziosissime fra tutte le spoglie nemiche ed insigne monumento del memorando trionfo, consideravano la lancia, la croce, lo scudo e il vessillo del Barbarossa. I Milanesi il dì ventesimonono del mese di maggio 1176 con la battaglia di Legnano, la più gloriosa che siasi mai combattuta in Italia, vendicarono lo eccidio che quattordici anni innanzi Federigo aveva fatto della città loro. Con esempio di singolare generosità per quei tempi, ne'quali uso di guerra giustificava anche la rapina, non arrogarono a sè soli il possesso delle cose tolte agli inimici, ma ne fecero partecipi gli altri Italiani e il pontefice.1 Tra la turba de' prigioni condotti a Milano vedevansi molti cospicui personaggi dello esercito alemanno, fra'quali il duca di Zaringa, il fratello dello arcivescovo di Colonia e un nipote dello imperatore.
      XLIX. Federigo eli' era stato pianto per morto sì che la moglie aveva prose le vesti gramagliose, dopo pochi giorni comparve in Pavia, rosso di vergogna nel volto, ed invilito e addolorato nell'anima: lo seguivano pochi suoi fidi: le soldatesche, imprecandogli, ripassavano oltralpe. E' fece senno; non era più tempo di ripensare alle armi dopo ventidue anni di guerra, nella quale gl' Italiani avevangli consumati setto eserciti i più poderosi che fossero mai dalla Germania calati in Italia. Reputavasi quindi bene avventurato se potesse ottenere onorevole la pace e non affatto rovinosa ai diritti dello impero. Si pose dunque ad affaccendarsi per la pace. Essendo
      1 Lo dicono in una lettera clic dopo la battaglia di Legnano scrissero ai Bolognesi. Savioli, Annal. Bologn. Lo storico di Alessandro III lo coufcriua anch' egli.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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