Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO TE11ZO.
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ili San Marco premendo il doge ed arditamente dicendogli : essere indecoroso che lo imperatore patisse le molestie del caldo, delle mosche e delle zanzare/ e d'ogni ragione disagi; aggiungevano avere egli giurato che un giorno ne farebbe memoranda vendetta. 11 doge rispondeva essere dolentissimo di ciò; ma che fare, avendone data la fede al papa e fatto giurare sull'anima loro dodici personaggi cospicui ? Corsero al papa; dormiva e lo svegliarono. Alessandro non volle consentire lo ingresso dello imperatore in città avanti stabilita la pace; sospettò insidie e tradimenti; e gli ambasciatori siciliani vedendolo impaurito, lo esortarono a non temere poiché lo loro galere erano lì pronte a porlo in salvo; ed instando il doge e il popolo, minacciarono che se ne anderebbero tosto, e che il loro re vendicherebbe l'insulto fatto ai suoi legati e al pontefice. Qui nuovo tumulto. I parenti de'moltissimi Veneziani che stanziavano nelle terre del re di Sicilia, si raccolsero in foltissimo stuolo ed assediarono il doge scongiurandolo per l'amore di Dio, non offendesse i legati siciliani, poiché il re Guglielmo avrebbe fatta scontare ai Veneti de'suoi stati nelle sostanze e nelle vite la colpa di cui erano innocenti.
In questo mentre lo arcivescovo Cristiano e gli altri principi ecclesiastici, fedelissimi a Federigo, lo rimproveravano acremente delle sue prave intenzioni; essi dopo avere veduto quale uomo era Alessandro, male sapevano indursi a rispettare quell'ombra vana d'antipapa che chiamavasi Callisto III, e lo insano contegno del loro signore cominciava a stancarli ; onde egli, mal suo grado, promise che appena entrato in Venezia giurerebbe e farebbe a dodici principi dello impero giurare la concordia, secondo la papale proposta, obbligandosi parimente a non uscire di città, se non dopo fermata la pace : e mallevadore di questa promessa, mandò il conte Enrico di Dessau, in Venezia, a giurarla sugli evangeli. Allora i consoli che s'erano partiti e giunti a Treviso, tornarono addietro.
LIV. Racconciati così i dispareri delle parti, i Veneziani con sei galere andarono a prendere Federigo a Chioggia, e nel dì 23 di giugno lo condussero a San Niccolò al Lido. La dimane papa Alessandro sulle navi siciliane coi legati del re
' lìomual. Salerò, loc. cit.
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