Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO QUARTO.
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tutti gli atti parlamentari, era forse lungo ed incomodo. E però senza abbandonarlo affatto, abbracciarono per l'ordinario disbrigo degli affari il sistema di votare gettando nell' urna, che in Genova chiamavasi calice, fave bianche e nere, o pallottoline di legno inargentate o dorate, secondo che volevano approvare un partito o disapprovarlo.
Notava le deliberazioni del gran consiglio un cancelliere, e le trascriveva in un libro detto pubblico cartulario, come anche faceva assistendo alle sessioni del Consiglio minore o dei consoli — e ciò finché ciascuna di queste magistrature non ebbe un cancelliere suo proprio; — custodiva il pubblico archivio, ed apponeva agli atti pubblici il gran sigillo, rappresentante un grifo che calcava con gli artigli un gallo ed una volpe.1
Era ufficio assai cospicuo quello de'clavarii o chiaveri, ufficio di somma fiducia, perocché coloro che l'occupavano, avevano cura dello erario del comune, ed erano probabilmente tanti quante erano le compagnie.
Il vescovo, sebbene in Genova non fosse capo politico del comune, come lo era già stato in altre città innanzi che venisse istituito il governo consolare, era, in grazia de'tempi, parte integrante del supremo potere; e le lettere credenziali date agli ambasciatori portavano in capo i nomi del vescovo, de'consoli e del popolo; e dai consoli e dal vescovo erano sottoscritte : 2 oltre di che nello episcopio ragunavansi i consoli, nella canonica del duomo il consiglio e il parlamento del popolo, come sopra dicevamo, nella piazza o dentro lo stesso tempio.
IV. Essendo Genova potentato marittimo, egli è forza supporre che avesse leggi di mare assai più estese e meglio ordinate che non erano le civili. Quali fossero le une nel 1143, non esistendo documento alcuno di quel tempo, male si ricaverebbe dagli antichi cronisti; quali le altre, quantunque il
1 V'era intorno !a seguente leggenda :
Grifus ut has angit, tic osles Ianua frangit.
Serra, Storia ce.
2 Vedine parecchi esempi nel Fanucci, Storia dei tre celebri popoli marinimi dell' Italia , Pisa, 18)8,
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