Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO QUARTO.
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      ni nostri, e del Consiglio maggióre, i quali riducevano la dignità ducale al suo primitivo concetto, cioè a quello di personificare l'autorità che tutelasse la pubblica salvezza-, vollero provvedere alla forma d' eleggere il capo dello stato. Fino allora i cittadini più cospicui per ufficio o per reputazione solevano proporlo all'adunanza del popolo, il quale o lo approvava o lo riprovava, manifestando con urli e schiamazzi la volontà propria. Il Consiglio maggiore divisò di nominare undici cittadini, i quali convenuti nella chiesa di San Marco elessero Sebastiano Ziani, uomo provvido, discreto, sapiente, benigno, e d'infinite ricchezze esuberante. 1 II popolo che gridava pace, lo approvò unanimemente sì che nè anche una voce gli si levò contro. Questo nuovo modo fece tosto cessare le inconvenevolczze di eleggere il principe dello stato acclamando; poiché d'allora in poi ogni qual volta il nuovo eletto venne mostrato alla plebe perchè lo approvasse, questa non contradisse mai alla scelta degli elettori; e i dogi non cospirarono mai più — tranne il solo Marino Faliero, secondo che notano gli storici — contro le libertà cittadine, siccome avevano fatto moltissimi, allorquando venivano scelti con tumultuose acclamazioni. Dopo, e forse nella susseguente elezione, o come altri più ragionevolmente asserisce, proponente lo stesso Sebastiano Ziani,2 il consiglio nominò nel proprio seno ventiquattro individui, dei quali si estrassero a sorte gli undici elettori del doge futuro. Innanzi di compiere quel-l'atto solenne giuravano di dare i loro suffragi al più degno
      1 » Do comuni voto et concordia clecti snnt undecim nobilcs viri, qui juraverunt se elccturos io dncein eum quem scircnt sapicntiorein et utiliorem ad regimen ducatus, non ispecto praetio, odio, vel amore; qui juramento praestitio, pari voto et concordia post tertium dìcm clegerunt domiuum Scba-stiauuin Zianum virimi providum et discrctum, sapientem et benignum, atque divitiis inlinitis exuberantem, cujus electioni nec untis de populo contradixit, sed omnes exclamaverunt diccntes : Vivat talis dux , et utinam per eum possi-
      mus pacem obtinere !...... fuit et primus qui per electionem promotus fuitad dignitatem ducatus. » Da un Frammento inedito delia Cronaca Altinale, pubblicato dal Cicogna nel volume IV, pag. 5S8 delle Iscrizioni Veneziane.
      a Alcuni antichi cronisti veneti vogliono che lo Ziani presso a morire, ragnnato il Consiglio, facesse eleggere quattro fra1 più sapienti cittadini, ai quali fu commesso, sotto giuramento, di scegliere i quaranta elettori del nuovo doge. Altri, differendo io atcuui particolari, asseriscono che ciò seguisse sotto il dogato di Orio Mastropiero.
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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