Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
3'JO STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
inediti : però male possiamo argomentare quale spirito informasse le leggi di quel celebre comune. Alcuni, che, mercè le cure d'uomini eruditi,1 videro la luce, hanno sembianza di peculiari decreti o frammenti. Vertono principalmente sopra la condizione de'servi, che era assai misera nel territorio bolognese, finche il comune con magnanima generosità li redense e li fece liberi. Toccano parimenti del reggimento della università. 1 Bolognesi erano oltremodo solleciti di tale istituzione. La città loro era il grande emporio-intellettuale, non che dell'Italia, di tutta la Europa che risorgeva alla cultura de'buoni studi; migliaja di scolari, che vi accorrevano ad addottrinarsi, ne accrescevano l'opulenza di modo che mentre gli altri comuni arricchivansi coi commerci e con la mercatura, Bologna gareggiava con esse o le vinceva. Da quella, inoltre, uscivano quasi tutti i giudici e i potestà chiamati a reggere le altre città della penisola. Il pontefice aveva voluto immischiarsi nelle faccende della università; aveva perfino preteso che niuno de'professori potesse pubblicamente insegnare senza permesso della potestà clericale del luogo. Ma aveva da fare con genti alle quali le dottrine del giure romano erano di maggiore autorità che non fossero le decretali, e nel giure la potestà secolare era superiore alla clericale. E però Onorio III invano comandò agli scolari di Roma, di Toscana e di Campania, studenti in Bologna, di non giurare gli statuti della università; invano scrisse agli stessi Bolognesi, al potestà, al vescovo di Parma e all'arcidiacono di Reggio perchè gli facessero abolire; invano dalle esortazioni trascorse a minacciare le censure della chiesa:2 il comune rimase fermo; e i
1 Vedili negli Annali Bolognesi del Savioli, Tomo II, Par. II. Appartengono agli anni 1203, 1209, 1211 , 1214 , 1217, e 1220.
a Tutte le accennate epistole p*>ntilicic si trovano nel Tom. II, Par. II del Savioli. In una di esse il papa scrive le seguenti parole : « Sane cum ex studio litcrarum preter infinita comntoda quae seulitis ex eo vostra Civitas inter alias sit famosa et in universo inundo nomen annuntietur ipsius, faetaque sit altera lietlilcem , dnmus videlicet panis qui parvulis frangilur in eadem , ex qua exeunt duces qui regant populum Domini , qunninm in studio eruditi assumuutur ad regimen ammainili, non sulum debetis a scliolarium gra-vaminibus conquiescere, verum etiam illos honorihus praevenirc, Rttcnden-tes, quod ipsi gratuito ad studendum vestram praeclegerint Civitateni, quae cum prius csset liumilis , per eos ibidem congrcgatis divitiis, fere snpergressa est civitates provincic uuiversas. o
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