Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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416 STORIA DICI COMUNI ITALIANI.
fede cristiana. Le loro parole infiammarono la ragunanza. I principi dello impero gridavano guerra a morte agii infedeli, e guerra ripetè Federigo che sentiva improvviso tumultuare neir anima le ardenti passioni guerresche de' suoi giovani anni. E ncll' impeto dell' entusiasmo, come capo di tutto lo esercito cristiano, scrisse una lettera di sfida a Saladino, che tosto gli rispose sfidandolo anch' egli con modi cavallerescamente tronfi e superbi.1
1 Ricopio queste lettere dal libro del Fanueci, che le riporta tradotte dal latino, di Matteo Paris e di Ruggiero Ilovedeu. Le pongo sotto gli occhi de' lettori perchè veggano la immensità della carta geografica che s'era formata in mente il vecchio imperatore.
» Federigo Imperatore dei Romani sempre Augusto e Magnifico, trionfatore dei nemici dell' Impero, a Saladino governatore dei Saraceni, una volta illustre, che fugga da Isdraele sull' esempio di Faraone.
» Le tue lettere, in addietro a noi dirette sopra affari gravi, noi le ricevemmo come era conveniente alla generosità della Maestà nostra, e trovammo proprio di corrispondere alla Magnificenza tua con risposte condegne. Adesso poi perchè hai profanato la Terra Santa , a cui noi comandiamo col comando del Ile Eterno, la premura dell7 imperiale Ufficio ci ammonisce di opporci validamente a! presuntuoso ardire di tanta seeleratezza. Per il che se sopra tutto non restituirai la Sammaria e la Palestina , con renderci sodi, sfazione di tanti eccessi, ti slìdiamo olla guerra nei campi di Taneos , in virtù della viva Croce, e in nome del vero Joseph. Possiamo appena credere che tu non sappia per mezzo degli scritti e delle storie antiche, che le due Etiopie, la Mauritania, la Siria, i Parti, la Giudea, l'Arabia, lo stesso Egitto, P Armenia , e inumerabili terrò furono soggette all' Imperio che rappresentiamo. Lo seppero ben quei Regi, del sangue dei quali si tinsero le spade romane: e tu pure coli'esperienza vedrai cosa siano le aquile nostre vincitrici, le coorti di tante nostre diverse nazioni; quale il valor tedesco che non conosce fuga, cosa il Bavaro membruto, la Francia, 1' Inghilterra, l'Albania, la Cimbria, i Sassoni che scherzano colle spade, i Turingi, i Vesfalj , gli agili Brabanzoni , i Lotaringi disprezzatori di pace, cosa i Frisoni, corridori più dei cavalli, la Boemia più feroce delle sue fiere, 1' Austria, la Rntcnia , quali le genti dell'Illirico e della Lombardia, quale il Veneto armatore , e il Pisano nocchiero. Finalmente quel giorno di allegrezza prefisso al trionfo di Cristo t' insegnerà cosa sia il mio braccio, e come vibri la scimitarra »
Saladino gli rispose. « A quel Re sincero, amico, grande, eccelso Federigo di Alemagna, in nome di Dio delle misericordie, potente supcratore e vincitore immancabile.
» Noi preghiamo contìnuamente chi diffonde la sua grazia sopra tutto il mondo, acciocché istilli virtù sopra i suoi Profeti, e singolarmente sopra il nostro instruttore Maometto , che egli mandò per la correzione della reità Legge, e la faccia apparire sopru tutte le legni. Facciamo noto al sincero , potente, grande, amico, re <P Alemogna, che pervenne a noi un cert' uomo chiamato Enrico, dicendo che ejjli era vostro ambasciatore, e ci portò una carta , che disse esser vostra. Noi facemmo leggere la carta , e P udimmo parlare a viva voce; ed alle parole che egli disse gli rispondemmo a viva voce : e questa è adesso la risposta alla carta. Voi ci rammentate tutti quelli, i quali
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