Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LII5110 QUARTO.
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XXIV. Lo imperatore, raccolto un esercito, bene appro-vigionato, di novanta mila guerrieri , accompagnato dal proprio figliuolo duca di Svevia e da' più cospicui baroni alemanni, si pose in cammino. Isacco Angelo, rovesciato dal trono di Costantinopoli l'usurpatore Andronico, aveva stretto lega con Saladino, giurando entrambi di distruggere il regno di Gerusalemme e cacciare i Latini da tutto l'oriente. Fedele alle promesse, il Greco studiossi di porre inciampi al passaggio di Federigo, il quale in Bulgaria e in Grecia fu costretto ad aprirselo con le armi, sì che stette per porre lo assedio acon voi son concordi «li portarsi contro di noi, e nominate e dite il re della tal terra , il re delia tale altra , i tali arcivescovi, i tali marchesi, i tuli soldati. Ma se noi volessimo numerarvi quelli che sono sotto il nostro servigio, e clic obbediscono al nostro comando , pronti ad un cenno di combatter tutti in fac-eia nostra, non potrebbero ridursi in iscritto. Se voi computate i nomi dei Cristiani, quegli dei Saraceni sono assai più : e se fra voi e quei cristiani elio avete nominato vi è frapposto il mare, fra di ine e i Saraceni, di cui non vi e numero, non vi è mare nò ostacolo alcuno che a me gì7 impedisca. I soli Arabi Beduini ed i Turcomanni , se gli movessimo contro i nostri nemici, gli distruggerebbero. Abbiamo «le' soldati bellicosi che ci hanno aperto gran Terre e acquisti di gran Regni, e al semplice nostro avviso non tarderanno. Sicché quando vi sarete congregati, come la carta vostra minaccia , e condurrete le moltitudini che accerta il vostro ambasciatore, vi verremo incontro, e per la potenza di Dio otterremo le Terre; poiché se verrete con lutto il vostro sforzo e con tutta la vostra gente, non rimarrà alcuno nelle vostro Terre che le possa difendere; ed allorché Dio colla sua forza ci avrà dato la vittoria , tutto per voi sarà finito, parche entreremo nelle vostre Terre, e le prenderemo. Una volta i Crocesignati vennero contro di noi in Babilonia, altra presso Damiata , altra cootro Alessandria , e sapete bene come i Cristiani I7 una e l'altra volta dovettero tornare indietro, e a quale macello ci vennero. Iddio pose anticamente ne'vostri poteri Babilonia, Damasco, Gerusalemme, la provincia di Getrura e le sue castella , la terra di Hoasia colle sue appartenenze, e la regione dell' Indie colle adiacenze sue ; ma per grazia di Di*» tutto questo adesso è nelle nostre mani, e il residuo dei re Saraceni è tutto soggetto al nostro imperio. Onde se spediremo agli eccellentissimi regi de Saraceni , non si allontaneranno da noi. E se solleciteremo il Califfo di Baldac, che Din salvi, egli sorgerà dalla Sede del suo eccelso Impero, e verrà in aiuto di nostra Eccellenza. Noi per virtù di Dio ottenemmo Gerusalemme e le provincie dei suo impero, non rimanendovi nelle mani dei Cristiani se non che Tiro, Tripoli , ed Antiochia : e quanto a queste non mi occorre che prenderle. Pure se volete esserci infesti, e muoverci ad acquistare tutte le Terre dei Cristiani , ci avrete sempre nemici. Ma se ci ricercherete per il bene della pace, e ce ne manderete messaggi espressi, vi renderemo la Santa Croce , vi libereremo tutti gl
i schiavi cristiani che sono nell'Impero nostro; vi permetteremo un sacerdote al santo Sepolcro ; vi renderemo le Abbazie «he solevano esserci ; avremo pace con v«»i, e permetteremo che i pellegrini vi giungano per tutta la vita nostra. Questa carta fu scritta l'anno dalla venuta del Profeta nostro Maometto ì)8ri per grazia di Dio solo. »
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