Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
storia dei comuni italiani.
sparirò il principio. Poveri, anzi mendicanti, alla parola pregare, scritta fino allora sul monastico vessillo, aggiunsero insegnare e predicare,1 vale a dire la vita attiva mescolarono con la contemplativa. E però edificarono i loro conventi in seno alle città, insinuandosi in tutte le famiglie, mestando nelle faccende de' popoli ; furono lo elemento democratico che la chiesa gettò in mezzo alia cresciuta democrazia de'comuni, furono i capi-popolo che governavano le plebi a conto della corte di Roma. Ad un solo cenno del papa migliaja di questi audacissimi mendicanti uscivano da' loro conventi, si spargevano sopra tutta la faccia della terra, penetravano nelle roggie, ne'castelli, ne'tugurii, ne'campi militari, e pronti ad affrontare il martirio, e per regola di vita reputando meritorio provocare e sostenere lo scherno, operavano a prò della Chiesa romana una formidabilissima propaganda.
Ad essi papa Gregorio diede l'ufficio di perturbare la Italia e suscitare la ribellione perfino negli stati ereditar» di Federigo, il quale promulgò severissime leggi contro loro; e ciò dalla corte romana gli fu ascritto a nuova colpa.
XXVII. Nella città di Roma frattanto ingrossava il partito dello imperatore, il quale aveva con isquisito accorgimento da molte nobili famiglie comperati i beni, a fine di concederli loro in feudo. Capi di parte imperiale erano i potentissimi Frangipane. Il pontefice aveva chiamati a Roma vescovi e i prelati d'Italia ; vi erano accorsi quelli di Lombardia , di Toscana, e alcuni della Puglia. Nel dì della settimana santa, nel quale la chiesa commemora la solennità della cena di Cristo, Gregorio, congregati i vescovi in Laterano, profferì per la terza volta la scomunica cóntro Federigo, minacciando di sciogliere i sudditi dal giuramento di fedeltà qualora egli seguitasse a costringere il clero alla celebrazione degli ufficii divini, e facesse a forza aprire le porte de'tempii chiuse dallo interdetto. Il dì di pasqua la scomunica fu pubblicata in tutte le chiese di Roma, e il papa stesso osò recarsi al Vaticano, e arringare il popolo per incitarlo contro il perverso principe; ma diceva più imprecazioni e contumelie che ragioni e caritatevoli ammonimenti: e però la plebe, incitata
' Doccre et praedicarc.
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