Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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storia dei comuni italiani.
di Maometto, vivere secondo le corrotte costumanze de' pagani immerso nelle colpevoli voluttà di un serraglio, e simili altre fandonie che venivano agevolmente credute.
Ma il solo arrivo di Federigo a Brindisi bastò per atterrire lo esercito pontificio. Innanzi di muovergli contro ei volle tentare un ultimo espediente. Mandò ambasciatori a proporre pratiche di pace al pontefice ; il quale, da ciò argomentando Federigo essere impotente a resistergli, le respinse sdegnosamente; sciolse i sudditi dello imperatore dal giuramento di fedeltà, scomunicò tutti i suoi fautori, ordinò sotto pena d'anatema ai vescovi di Francia gli mandassaro uomini e danari. Federigo s'era già mosso, accompagnato da' suoi baroni accorsi al campo col loro contingento feudale, da buon numero di Saraceni, e da una falange di crociati, dopo d'avere fatto cacciare dal regno tutti i frati spargitori di scandali, e confiscare i beni degli Ospedalieri e de' Templari. In pochi mesi aveva respinti gf invasori oltre i confini del regno; e lo stesso Giovanni di Brenna, il quale era l'unico esperto capitano che fosse nello masnade de' chiavisegnati, credendo onninamente pèrduta la impresa, fuggì a Costantinopoli.
XXX. Il papa, prostrato sotto il peso della impotente ira sua, piegò la mente a pensieri di pace e spedì il gran maestro de'cavalieri Teutonici — uno de'legati imperiali rimasto presso la corte papale—a Federigo il quale trovavasi in Aquino. Trascorsi alquanti mesi di pratiche, fu conclusa una pace o a dir meglio una tregua, della quale le precipue condizioni erano queste: restituzione del territorio occupato dall'una parte e dall'altra; assicurate alla Chiesa le sue immunità ; perdonati gli Alemanni e i Siciliani che avevano prese le armi contro il loro sovrano. E perchè tale accordo nella mente del papa era una temporanea sospensione d'ostilità, un mezzo ad acquistare tempo, in questo perdono volle compresi anco i Toscani e i Lombardi, le due leghe, cioè, che come tali non avevano partecipato alla guerra, ma formavano il maggior nerbo della Chiesa; e Gregorio non voleva, prima che egli fosse in condizione di rompere la tregua, che Federigo lo combattesse. Il trattato fu giurato in San Germano il dì ventesimoterzo di luglio 1230.
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