Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libro. quinto. 531
L'interdetto fu tolto, e un mese dopo Federigo venne pubblicamente assoluto della scomunica. Andò poi a visitare il pontefice in Anagni; passarono tre giorni fra liete accoglienze; tennero arcani ragionamenti intorno alle cose della Chiesa e dello Impero, simulando letizia della conclusa pace, che am-bidue chiaramente prevedevano non sarebbe lungo tempo durata. Frattanto e dallo acquisto di Terra Santa e dalla recente vittoria riportata nel proprio regno l'autorità di Federigo s' era accresciuta, e quella del papa infiacchita.
XXXI. Gregorio dopo tre anni d'esilio nel mese di febbraio era ritornato a Roma, condottovi più da un impreveduto accidente, che da matura deliberazione de'Romani. Avendo una inondazione, maggiore di qualunque altra di cui fosse ricordo nelle storie, devastatala città, il popolo ne rimase così atterrito, che credè, come predicavano i sacerdoti, Iddio avere voluto con quel pubblico disastro punire i sacrileghi oltraggi fatti al pontefice. Però ei venne richiamato e accolto con grandissimi onori. Ma in tre anni d' assenza della curia pontificia, l'immortale sentimento del libero vivere s'era ridesto in cuore del popolo e del senato, ed ogni sforzo di volerlo ridurre sotto il ferreo giogo impostogli da papa Innocenzo III, avrebbe fatto nascere terribilissimi commovimenti. 11 non essere obbediti in casa propria, mentre comandavano a tutta la cristianità, fu il più forte inciampo che attraversò sempre le audacissime imprese de' pont efici, ognora prosperamente incominciate, e sinistramente finite.
XXXII. Giovandosi di questa temporanea quiete, Federigo, provvido del futuro, pose mento a riordinare Io stato promulgando le sue famose Costituzioni della Sicilia, stupenda compilazione, fatta, secondo che si crede, da Pietro delle Vigne capuano, il quale studiando sotto la sferza della povertà . in Bologna, poggiò tanto alto nelle lettere e in ispecie nella giurisprudenza che divenne cancelliere del regno, e strettissimo confidente del suo signore. D' allora in poi gli antichi ordinamenti rimasero nulli, e la nuova compilazione di Federigo fu il codice dello stato. Fece anche de' crudeli editti contro gli eretici. A ciò fare era mosso non tanto dalla intolleranza religiosa, dacché egli fu tollerante sì da provocare iStoria dei Comuni italiani. — 1. 45
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