Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
5-2-2 storia dei comuni italiani.
ufficio ili legato papale Gregorio di Montelungo suddiacono, uomo d'indole atroce, di forze immani, e potentissimo a commuovere il popolo. 1 La parte de' nobili era capitanata da Leone da Perègo frate minore, spirito arrogante, procace ed orgoglioso. Ambidue persuasero i Milanesi ad uscire incontro a Federigo. Gli eserciti furono a fronte, ma non vennero a battaglia. Lo imperiale studiavasi di acquistare vantaggio cangiando posizione; ma i Milanesi, rompendo di notte gli argini dell' Olona, allagarono gli accampamenti de' nemici. Federigo quindi, devastate le campagne ed arse parecchie castella, sciolse lo esercito e andò a svernare in Pisa.
Resasi obbediente tutta la Toscana, tranne Firenze dove allora predominavano i Guelfi, egli, appena la buona stagione glielo concesse, si gettò negli stati della Chiesa. A lui piegarono il capo Foligno, Spello, Orta, Civita Castellana, Corneto, Sutri, Montefiascone e Toscanella; e la stessa Viterbo, che fino allora era stata così validamente protetta da'pontefici, abbracciò la parte di Federigo per odio contro i Romani, che parevano favorire Gregorio. Il re Enzo sottometteva le città della Marca d'Ancona, e rompeva le milizie papali. Federigo s' era spinto fino alle porte di Roma. Il papa ne ebbe grandissimo cordoglio, si vide quasi perduto ; ma con quel coraggio che nasce dalla gravità del periglio, mentre per tutta la città ardeva un tumulto eccitato dai Ghibellini, condusse in processione le più famose reliquie, e seguito dal clero e da gran folla di gente, dal palazzo Laterano se ne andò alla chiesa Vaticana, arringando e benedicendo il popolo, ed esortandolo a prendere la croce contro il nemico della fede. Tanto spettacolo commosso tutto il popolo; ai ghibellini fu forza cedere;
1 Di lui scrive Matteo Paris: « Saucti viri et religiosi, regioncs ctirisiia-tias inhahitantes , non minimum ammirati sunt tam inhumanam ac crucntani ferocituteui in ecclesiastico praelato, cum iuiprecationibus multimodis execra-bantur, qui tam usus gladio materiali non est recordatus facere miscricordiam, cum non curaret pars papalis praeccs vel jejunia, missas et processiones, nec praeciperet universaliter Iiumiles praeccs l)eo fundere .... sed spem totani ponens in pecuuiae tbesauris et rapiois etc. ». Questo Matteo Paris contempo, l aneo de'fatti che racconta, fu inglese e monaco benedettino , dottissimo in tutte le liberali discipline, e d'animo signorile. La sua vita fu cosi santa, che non ostanti le sue invettive contro la chiesa corrotta di que' tempi, Innocenzo IV una volta Io deputò a riformare i monaci della diocesi di Norwich , e un' altra lo mandò munito della stessa potestà in Norvegia.
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