Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      5-2-2 storia dei comuni italiani.
      XLI. Le sorti volgevano prospere a parte guelfa. Federigo, fatto dare il guasto al territorio di Benevento appartenente alla Sedia apostolica, con poderoso esercito si mosse da Gapua e giunse a Ravenna — la quale, essendo mancato di vita Paolo Traversari, senza ostacolo cadde nelle sue mani — poi cinse d'assedio Faenza. QuQsta città dopo non pochi mesi si arrese a discrezione, non ostante che per antiche ingiurie non potesse punto sperare nella clemenza del principe. Ma Federigo usò moderazione nella vittoria, e fu pago che i Faentini gli giurassero fedeltà e promettessero di non collegarsi mai cogl' inimici dell' impero. Cesena cede anch' essa. I Veronesi scaramucciavano col marchese d'Este, e poi co' Mantovani ; i Genovesi con Manfredi Lancia potestà imperiale degli Alessandrini; e il legato papale seguitava a chiamare all' armi tutta Lombardia.
      Lo avverso animo di papa Gregorio era cosa manifestissima, sì che le persecuzioni da lui mosse contro Federigo -parevano sfogo di odio personale anziché punizione inflitta ad un nemico della fede cristiana. Per dare maggior solennità ed efficacia alla scomunica, Gregorio aveva l'anno precedente convocato un concilio per la pasqua del 1*240 in San Giovanni in Laterano. Prevedeva Federigo il gran danno che gli verrebbe se i padri confermassero la sentenza. Volle quindi opporsi, e fece comandamento a tutti i suoi partigiani di non dare il passo a chiunque si recasse a Roma; e nel tempo medesimo scrisse ai re di Francia e d'Inghilterra, dessero il divieto ai loro vescovi, come lo aveva egli dato ai vescovi d'Italia.
      Gran numero di prelati oltramontani ed italiani erasi raccolto in Nizza, dove una armata genovese a spese del papa li doveva condurre ad Ostia. I Pisani mandarono ambasciatori ai Genovesi scongiurandoli di astenersene, e dichiarando in pieno consiglio che, come alleata dell' imperatore, Pisa si opporrebbe; ma nulla ottennero. Poco curando le ostilità esterne e lo interno romoreggiare delle fazioni eccitate dalle potentissime famiglie ghibelline Boria, Spinola e Volta, l'armata andò a Nizza, e condusse i vescovi coi due legati papali a Genova.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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