Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libro quinto.
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delitto, ma chiama in testimone 1' Onnipotente come egli non avesse mai voluto assentire alla proposta di alcuni suoi fedeli, i quali volevano attentare alla vita dell'implacabile pontefice, avvegnaché egli altro bramato non avesse che difendersi con le armi della ragione, vendicarsi non mai, fidente in Dio, dal quale era stato ognora liberato dalle mani degl' inimici.1
Il papa non ismentì con nessuna lettera le sopraccennate accuse; soltanto fece mettere le mani addosso a due uomini del popolo volendo persuadere al mondo che fossero sicarii da Federigo mandati in Lione ad assassinarlo; se non che nessuno prestò fede all'asserzione d'Innocenzo, e la cosa fu reputata una commedia che gli suscitò universale discredito.8 Andata a male la congiura nel regno, il papa tentò di aggredire l'inimico da un altro lato. Spedì suo legato in Germania il vescovo di Ferrara, uomo di rotti costumi, d'indole crudele e incapace di vergogna, perchè persuadesse i principi ad eleggere senza indugio un altro imperatore. Il re di Boemia, il duca di Baviera, que'di Sassonia, di Brunswick, di Bra-bante, i marchesi di Brandeburgo e di Misnia respinsero le sollecitazioni del legato; ma gli arcivescovi di Slagonza, di Tre-veri, e di Colonia ed alcuni altri vescovi e pochi principi elessero Enrico landgravio di Turingia, proposto dal papa, alla parte del quale egli di nascosto forse aderiva, non ostante che Federigo lo avesse deputato ministro al re Corrado suo figlio. E perchè lo eletto difettava di pecunia, ed era forza che sostenesse con l'armi l'usurpato trono, il buon pontefice, gravando di nuovi ed estraordinari balzelli la popolazione de' felicissimi stati della Chiesa, gli mandò una grossa somma di danaro.
XLVII. Due mesi dopo la elezione di questo che in Ale-magna sopranominavano il re de' preti, Corrado corse con un poderoso esercito ad incontrarlo; e tradito da alcuni de'suoi, fu sconfitto. Ma poi sorgeva a soccorrerlo il Duca di Baviera suo suocero; e nella memorabile battaglia di Ulma Enrico di Turingia fu pienamente disfatto, e poco dopo cessò di vivere.
Non si scoraggiò punto l'operoso pontefice. I suoi scrigni
1 Petri de Vineis, Epist. 1. II, IO. —Mal. Paris, ad ann. 1240.
5 Mal. Paris.
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