Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
libro quinto.
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milanese, che aveva nome Basalupo, propose al legato pontificio e al potestà il divisimento d'assalire Vittoria, avvegnaché il presidio imperiale fosse di molto scemato, e Federigo si stesse tutto intento a' sollazzi della caccia. Il dì 18 di quel mese, ragunati i combattenti nella pubblica piazza, spalancansi d'improvviso le porte, esce impetuoso lo esercito e piomba sopra gl'imperiali, che sbigottiti, e increduli quasi di ciò che con gli occhi propri vedevano, inviliscono, si danno alla fuga e lasciano che gli aggressori appicchino il fuoco alle case.
Circa due mila rimasero morti, fra' quali Taddeo di Sessa, e più di tremila prigioni in mano de' Parmigiani; i quali predarono intero il tesoro imperiale, e il carroccio de' Cremonesi; spogliata poi d'ogni cosa la città l'arsero tuttaquanta, e ne spazzarono fino i vestigii.
XLIX. Federigo era circa tre miglia lontano allorché gli pervenne la funesta nuova; spronò a San Donnino e si ridusse a Cremona.
Nel maggio di queir anno calò coni' esercito presso Roma e tentò invano d' espugnarla; ma come seppe che San Luigi doveva imbarcarsi sulle navi de'Genovesi, andò adAsti sollecitando nuovamente il re di Francia perchè piegasse 1' animo del pontefice a pensieri dipace; tanto più chementre in Italia i Guelfi vantaggiavano, e parecchi capi di parte ghibellina lo andavano abbandonando, in Germania il suo figlio Corrado era sconfitto dal conte d' Olanda; lo infuriare di tanta procella aveva preso a scoraggiarlo. Ma le preghiere del buon re, il quale vedeva di quanto momento fosse la cooperazione di Federigo al prospero successo delle armi cristiane in Terra Santa, non rimossero dalla diuturna ostinazione Innocenzo. E arrogi che la superbia, la durezza, l'avarizia avevano tanto irritato contro lui i nobili francesi, che i Duchi di Borgogna e di Bretagna e ' i conti d' Angoulemme, e di San Paolo avevano convocato un congresso e si erano collegati per opporsi alla prepotenza del clero, e porre fine alle estorsioni che commetteva negli stati loro la corte romana. ' Ma la lega tornò priva di effetto, poiché, giunta l'occasione di vigorosamente operare, per colpa
1 II loro manifesto da Matteo Paris è stato riportato nel testo originale, cioè in francese.
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