Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      mità, amore del giusto, forza di volontà, venerazione per gì' ingegni, singolare affetto a promuovere e diffondere le lettere : egli infine era l'uomo che bisognava all' Italia, era il inesso di Dio, il lungamente aspettato dai popoli per rialzare dalle ruine l'antica e veneranda regina delle nazioni, per rompere le catene in cui l'avevano avvinta i barbari, e ridarle il vetusto imperio. Opera da giganti che avrebbe egli compita se una potestà emula, degenere dalla sua primigenia istituzione, non sorgeva ad opporglisi ostinatamente, e tanto osteggiarlo, irritarlo, inasprirlo eh'ei di principe buono diventò tiranno, e sparse con mani insanguinate i beni della civiltà sulle genti. E davvero la condotta della corte romana fu la causa precipua, per non dire la sola, degli errori, de' traviamenti, dei delitti, che deturpano la memoria di Federigo. Egli viveva nel suo reame di Sicilia, figlio ossequente della Chiesa; e quantunque portasse il titolo di re de' Romani, il pontefice suo tutore inalza al trono dello impero un antico rivale della casa di Svevia. Sperimentato poscia costui ripugnante a sottoporsi con cieca obbedienza alle sterminate pretese della teocrazia, lo scomunica, lo rovescia dal trono, risuscita l'obliato titolo del giovine Federigo, e gli dà la corona. Ordina ai comuni — che prima erano stati esortati a prestar fede allo imperatore guelfo — di giurare fedeltà ed obbedienza al discendente de' Ghibellini. Ricusano i popoli e per odio della dinastia e per abborrimento dello spergiuro. 11 papa accende la guerra tra essi e il nuovo imperatore, e dopo poco scende nel sepolcro, dal quale e' sembra che inalzi la destra per maledire. Un altro papa scaglia i fulmini della Chiesa contro Federigo. Questi con magnanima imprudenza manifesta il pensiero di volere ridurre l'autorità ecclesiastica dentro > confini segnati dal divino istitutore, estirpare la profana ingordigia del clero, e ricondurlo alla santa parsimonia de' tempi evangelici; e invoca la cooperazione di tutti i principi cristiani. I papi si reputano pressoché perduti, gli giurano guerra a morto, esterminio finale di tutta la famiglia: e mantengono la parola. Non v'è mezzo né umano nè divino che vaglia a placare l'ira del capo della Chiesa. Federigo e i suoi figli, eredi della monte e del gran cuore di lui, sono una genìa di vipere, la quale non meno


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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