Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
      La resa di Capraia non ispense le speranze e l'ardire nell'animo de'Guelfi, i quali s'erano ridotti in vari altri castelli, e valorosamente vi si difendevano. Le sorti per loro cominciavano a volgersi in meglio. L'oste de'Ghibellini era andata a porre l'assedio al castello d'Ostina in Val d'Arno, mentre buona parte di loro rimaneva a guardia di Figline. I Guelfi nella notte del 21 settembre, usciti cautamente da Montevarchi, sorpresero gl'inimici e gli sconfissero. Tale rotta impaurģ talmente coloro i quali assediavano Ostina, che tosto, lasciata l'impresa, corsero a Firenze, dove compievasi gią la rovina loro. Il popolo era stanco del governo aristocratico, di quella tal quale oligarchia che vi avevano stabilita i vittoriosi Ghibellini. Mormorava delle gravezze onde era oppresso da loro che erano costretti a tenere assoldati numerosi fanti e cavalli. Il popolo minuto che non era nč GuelfoGhibellino, ma aveva in cuore bramosia di libero e comodo vivere, conobbe alfine che era diventato lo zimbello delle funeste passioni de'grandi; la misura della pazienza era colma; il popolo si scosse, e mandņ sossopra il reggimento della fazione Ghibellina. Fece capo alla chiesa di San Firenze, poi si raccolse in maggior numero presso quella di Santa Croce. Ma aveva solo un concetto confuso, un desiderio indefinito; non sapeva nč come incominciare nč dove finire; il tumulto si sarebbe forse chetato da sč, ove i Ghibellini non fossero corsi ad opprimerlo con le armi. L'aggressione accrebbe la rabbia popolare; gl'insorti, non reputandosi sicuri in Santa Croce, andarono alle case degli Anchioni in San Lorenzo, vi si afforzarono, e costrinsero il potestą a rinunciare all'ufficio. Fu questo il principio d'una generale riforma dello Stato.
      III. Rimossi i vecchi ufficiali del comune, e creato un capitano del popolo — al quale ufficio venne eletto messere Uberto Rosso da Lucca —con trentasei caporali,1 partirono tutta la cittadinanza in venti compagnie, a ciascuna delle quali fu data una insegna. Fecero quindi un consiglio di dodici reputati uomini che chiamarono Anziani, traendone due per ogni sestiere, i quali dovevano coadjuvare il capitano nel reggimento dello
      ' Giovanni Villani, libro VI, c«p. 59. Scipione Ammirato, libro II.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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