Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SESTO.
7
Stato, e durare solo due mesi in ufficio. E perchè la Signoria — chè tal nome ebbe il nuovo governo — avesse convenevole e stabile abitazione, ordinarono che si edificasse un palagio, che fu poi chiamato del Potestà, e quando assai dopo venne ridotto a uso di carcere assunse il nome di Bargello. Dopo d'avere dentro riordinata la cosa pubblica, divisarono i mezzi di mantenere la quiete, e nel tempo stesso tenersi sempre apparecchiati a sostenere le aggressioni di fuori. Primamente armarono il popolo, e rinvigorirono la disciplina militare sì che tutti i cittadini atti alle armi diventassero veri soldati della patria. Furono ascritti alle venti compagnie, e a ciascuna fu concesso il diritto d'eleggere i propri ufficiali: e tutti, semplici militi ed ufficiali, erano sottoposti al supremo imperio del capitano del popolo. Similmente ordinarono gli abitatori del contado in novantasei compagnie, le quali, ove nascesse il bisogno, erano tenute a congiungersi con la milizia cittadina. In siffatta guisa il popolo, sentendosi bastevolmente forte, e seguendo lo impulso della buona indole sua, non reputò savio partito imitare l'opere prave e tirannesche de'nobili, per sete di vendetta versando sangue e guastando loro case ed averi. E poiché vide che gli Uberti e gli altri Ghibellini avevano spontaneamente posate le armi, gli lasciò in pace. Provvide nondimeno, per privarli dei mezzi di tornare agli antichi soprusi, che si mozzassero le torri loro riducendole all'altezza di cinquanta braccia. E fu tanto copiosa la demolizione, che le pietre servirono a murare la città Oltrarno.1 Cotesta riforma, che gli scrittori di quel tempo chiamano creazione del primo popolo, o prima creazione del popolo, fu ottimo principio di vera e savia democrazia: imperocché il popolo, intento più al bene della città che a satisfare il furore delle proprie passioni, e ormai accortosi che l'essersi per tanti anni travagliato per servire ai capi di parte, gli aveva recato inestimabile detrimento e ignominia molta, concesse che i cittadini vivessero secondo i proprii umori, e dichiarò nemico della patria chiunque, o Guelfo o Ghibellino, si fosse attentato di turbare la pubblica quiete.
' O. Villani, lil). VI, cap 39.
| |
Signoria Potestà Bargello Uberti Ghibellini Oltrarno Guelfo Ghibellino Villani Primamente
|