Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
Non erano per anche trascorsi (lue mesi da che tali mutamenti erano seguiti in Firenze, allorché vi giunse la nuova della morte di Federigo li. La Italia tutta si scosse; gli emissari papali predicavano benedicendo la divina giustizia, che aveva finalmente atterrato il nemico della Chiesa e de' popoli, chiamavano a libertà le genti, cantavano inni di letizia, gridavano allo sterminio de'Ghibellini. E perchè Rinieri di Mon-temurlo che stavasi in Firenze col titolo di potestà imperiale, fu, la notte medesima in che mancò di vita il suo signore, schiacciato da una volta cadutagli addosso mentre dormiva, il popolo presagì da quello accidente essere volere del cielo che fino i vestigi della autorità imperiale sparissero dalla Italia. Per la qual cosa volle che i Guelfi i quali andavano raminghi, fossero richiamati alla patria; e di fatti il dì settimo di gennaio 1251 i fuorusciti rientrarono nella città dove essi e i Ghibellini fecero sacramento di vivere in fraterna concordia. E forse giuravano di buona e sincera fede; ma stavasi oltre le alpi l'uomo che già stendeva il braccio a riaccendere più potente lo incendio per le straziate italiche contrade.
IV. La nuova della morte di Federigo giunse a papa Inno-cenzocome il maggiore de'beneficj che Dio potesse impartirgli. La gioia che gì' inondava il cuore gli poneva sul labbro parole che ritraggono la tronfia arditezza del linguaggio orientale. Co-mandòesultanza al cielo ed alla terra, ' e scrisse ai vescovi ed ai baroni del regno siciliano di ritornare al grembo della Chiesa in cui ritroverebbero pace, libertà e letizia. E senza perdere tempo ordinò al cardinale Capoccio, che stavasi ne'confini del regno, d'operare in modo che i Pugliesi riconoscessero la potestà temporale e diretta della Sedia Apostolica. Nel tempo medesimo spediva lo Arcivescovo di Bari nella Puglia, perchè, a svellere fino dalle radici la dominazione Svcva, incitasse le genti ad insorgere. E mentre ordinava agi' italici comuni di mandare i loro deputati a Genova dove egli sarebbe per la festività dell'Ascensione, mandava a turbtre la Germania per impedire che Corrado scendesse in Italia, e comandava che le decime de'beni ecclesiastici e la pecunia raccolta
• Epist. Imioceni, IV, lib. VIII, t.
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