Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      per la impresa di Palestina si ponessero nelle mani di Guglielmo d'Olanda, che doveva essere riconosciuto per re legittimo. Ordinava parimente che si bandisse la crociata contro Corrado e tutta la famiglia del defunto Federigo. A raccontare l'orrenda e lacrimevole confusione in cui cadde allora 1' Alemagna, gii storici tedeschi non trovano parole che bastino.
      Innocenzo abboccatosi con Guglielmo d'Olanda, che era andato a Lione, si mosse alla volta d'Italia, e per la via di Marsiglia e di Nizza giunse a Genova. Fu accolto da'suoi concittadini e festeggiato con pompa tale che parrebbe favolosa ove non venisse raccontata anco da scrittori a parte guelfa non amorevoli. Non meno straordinarie furono le dimostrazioni d'affetto e di gioja che gli fecero i Milanesi. Tuttaquanta la città gli uscì incontro. Dugento e più mila persone fiancheggiavano per un tratto di dieci miglia la strada, per la quale egli doveva passare. Giunto alle porte della città discese dalla bianca chinea,e fu trasportato sulle spalle da otto gentiluomini. Per tutta Lombardia era un tripudio universale, un andare e venire di ambasciatori, di prelati,di magistrati, di cittadini cospicui, di gente d'ogni classe. Il pontefice predicava pace e libertà a tutti, mostravasi benigno anche ai ghibellini, i quali scoraggiati dalla morte del loro capo, ed attoniti al trionfo del suo rivale, cercavano ed ottenevano accordi. Pochi nondimeno persistevano, ed in ispecie Ezzelino, il quale non volle cedere nè alle minaccie nè alle seduzioni con che Innocenzo tentò di renderselo amico.
      Non così il marchese del Carretto , che con le città d' Albenga e di Savona si pacificò a Genova ; non così Amedeo di Savoia che sposava una nipote del Papa. Gli stessi Pisani provaronsi di accordarsi coi Genovesi; ma non reputando accettabili i patti, ruppero ogni pratica e si stettero ad aspettare gli eventi.
      Non pare che il Papa avesse senno bastevole da giovarsi della fortuna, che inaspettatamente lo aveva posto in altissimo stato. Ebro del proprio trionfo e dell' universale plauso dei popoli, gli fallì la prudenza di non toccare i loro più cari interessi. I Genovesi gì' impedirono che fortificasse il convento de'frati Domenicani, di cui egli disegnava fare stanza della


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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