Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
      e tutte quelle cose che il popolo chiama virtù e meriti, ma che un principe reputa demeriti e colpe, fecero nascere in cuore a Corrado il sospetto e la invidia.
      Cominciò a mostragli la propria gratitudine spogliandolo di parecchi feudi. Manfredi chinò la fronte al sovrano e si tacque. Ma si sentì inondare 1' anima d'amarezza infinita allorché s'accòrse come i cortigiani di Corrado, ch'erano tutti tedeschi, macchinassero a danno di coloro, che fidi a Manfredi avevano cooperato a salvare il regno dalla ribellione. Tutti i parenti materni di Manfredi furono cacciati in bando; il valoroso principe si vedeva sempre più umiliato in mezzo ai baroni oltramontani, i quali per ispregio lo chiamavano italiano — nome di cui egli menava gran vanto — mentre consideravano Corrado come loro cittadino.
      VI. Il papa frattanto non dormiva ; che anzi tenendosi incontrastato signore del regno dava feudi e titoli con la facilità con cui poteva concedere i tesori spirituali, e con ogni mezzo soffiava nel fuoco della ribellione che non era spento ma oppresso e potentemente tovava. Se ne accòrse Corrado e dicesi volesse pace con la Chiesa ; e con tal fine mandò oratori al pontefice, chiedendogli la corona dello Impero e della Sicilia, e lasciandogli pieno arbitrio di porre i patti. Il Papa fece ai regi legati onorevoli accoglienze; disse, che avrebbe, meritandolo, ribenedetto Corrado; ma gli negò l'una e l'altra corona, ed accommiatò l'ambasceria dicendo la sentenza del concilio dovere irrevocabilmente mandarsi ad esecuzione; Federigo — ormai chiamato dal supremo giudice a render conto delle proprie iniquità — e tutti i suoi discendenti aver cessato di regnare sì in Germania che in Italia.
      Si riacceso la ribellione ; molti baroni e molte città si dichiararono a favore del papa. Corrado chiamò all' armi i suoi. Vi accorse Manfredi, e guidando le milizie Saraceniche dalle quali era grandemente amato, fece portenti. Capua s'arrese. Napoli dopo nove o dieci mesi di assedio per terra e per mare si arrese anch' essa. 11 re de' Romani vi entrò trionfante. Spergiurò i patti, e fece prendere, abbacinare, o crudelmente morire quelli che a lui parevano precipui fautori della ribellione. Confiscò le sostanze a moltissimi, e costrinse il popolo


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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