Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SESTO.
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a disfare le mura della terra. Corrado ormai sedeva sul trono del padre.
Innocenzo allora s'accòrse che il sicuro acquisto del dominio temporale sul reame siciliano era un pretto sogno, al quale faceva d'uopo rinunciare per non condurre a piena rovina le cose della Chiesa. I comuni d'Italia, nello ajuto de'quali aveva principalmente sperato, s'erano mostrati sordi alle supplicazioni, alle promesse, alle minaccie di lui. Era tempo di provvedere altrimenti e senza il minimo indugio. Non v' era altra via di scampo; l'unico mezzo di cacciare un principe ch'egli chiamava straniero, dal regno siciliano, era quello di darlo ad un altro straniero. L'offerse quindi a Riccardo di Corno vaglia che avea voce di uomo ricchissimo, e poteva assoldare un esercito d'Inglesi, reputati fieri e valorosissimi uomini e induriti alle armi per le lunghe guerre sostenute co' Francesi. Ricusò Riccardo ; non cessò il papa di sollecitare Io stesso Enrico III re d'Inghilterra perchè accettasse la corona o per sé o per il suo figlio. Sdegnava la profferta anch' egli come aveva fatto il suo fratello di Cornovaglia, sia per la difficoltà della impresa, sia per affetto verso il principe Enrico loro nipote, il quale essendo nato da Federigo II e da una loro sorella, era erede, come suol dirsi, presuntivo del trono di Sicilia. Tornati vani tutti gì' intrighi in Inghilterra , Innocenzo offerse la conquista del regno a Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX; ma si opposero i baroni francesi; e Carlo sperando nello avvenire, diede una non chiara risposta.
Intanto il giovine Enrico improvvisamente morì, e i Guelfi spargevano la voce eh' era stato avvelenato dal fratello Corrado. Questo preteso assassinio non solo spense gli scrupoli, veri o simulati che fossero, della corte d'Inghilterra, ma il re, quasi per lui fosse un debito rivendicare a proprio utile i calpestati diritti del figliuolo di sua sorella, chiese al papa la corona siciliana per Edmondo suo figlio. Questo principe ricevè la investitura per mano del legato pontificio. L'atto, stipulato in Windsor nel marzo 1251, fu pochi giorni dopo approvato dal pontefice, il quale ordinò tosto ai vescovi inglesi soccorressero colle rendite delle chiese Edmondo, mentre egli stesso prometteva di dargli una grossa somma di danari ap-
Sloria dei Comuni italimi. — 2. 2
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