Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
tLIBRO SESTO. "19
gendo a Canosa. Foggia s'arrese, o dirò meglio fu presa d'assalto. E appena la nuova di quel fatto si sparse negli accampamenti del cardinale, le milizie pontificie, comprese di subita paura, sgominaronsi e si dettero alla fuga.
X. Lo annunzio di tanta sciagura giunse a Innocenzo nella città di Napoli, dove regnava da assoluto signore confiscando, taglieggiando, confermando o abolendo franchigie, dando o togliendo feudi, riformando a suo modo lo stato, e ravvolgendo d'astute blandizie il popolo che lo salutava suo liberatore. Ma la rotta dei suoi e la risorta, e ognora crescente, fortuna di Manfredi lo percossero sì da farlo-alquanto rinsavire. E con un improvviso voltafaccia simulando le parole di chi lamenti un indugio, scrisse ad Edmondo d'Inghilterra sollecitandolo ad accorrere, altrimenti si reputerebbe sciolto d'ogni patto, e concederebbe ad altri la corona della Sicilia. Ma era ripiego che mal temperava l'amaritudine dell' animo suo. L'ambizioso vecchio venti giorni dopo d'avere scritto l'accennata lettera — cioè il dì settimo del dicembre 1254 — al principe inglese, presentavasi al tribunale di Dio a render conto di avere per dieci e più anni tenuta accesa la guerra nell' Italia e nella Germania, emunti i popoli, spogliate le chiese, irreparabilmente rovinati gl' interessi cristiani in Terra Santa, e lasciato quaggiù un malefico seme di discordie, di rancori, di corruttele, che sotto i suoi successori produsse amarissimi frutti.
Difatti, invano Alessandro IV (che cinque giorni dopo venne innalzato al trono pontificio, ed era uomo d'indole mansueta) tentò le vie della conciliazione. Spedì un vescovo in Alemagna perchè persuadesse la madre e l'ava di Corradino a mandare oratori alla corte papale, promettendo essere suo intendimento voler serbare illesi i diritti del regale fanciullo. Ma ciò egli faceva ad istigazione degli Oemburgo, i quali ad un' ora gli dipingevano Manfredi, ribelle al fratello, nemico della Chiesa, tramare coi ghibellini di tutta Italia una congiura ai danni della Chiesa e del Regno. Gli ambasciatori non indugiarono guari a giungere in Italia. Erano due nobili Bavari, e presentarono a Manfredi un diploma con che Corradino lo eleggeva reggente del regno, e suo tutore, qualora,
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