Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
      durante la sua minorennità, si recasse nel regno. Andarono poi in Anagpi alla corte del Papa, il quale, mentre prometteva di serbare illesi i diritti del suo diletto figliuolo in Gesù Cristo> Corradino, mandava il vescovo di Bologna incontro ad Edmondo d'Inghilterra per sollecitarlo a calare senza altro indugio in Italia, e faceva invadere il regno dal Cardinale degli Ubaldini con un assai grosso esercito di genti raccogliticce. Cammino facendo uno degli ambasciatori fu assassinato da un nobile romano, il quale poco dopo fu morto da un suo servitore; questi assassinii guelfi furono apposti a Manfredi. Le pratiche tra Corradino e il Pontefice per questo fatto, e più per la elezione di Manfredi a reggente o balio del regno, furono rotte. Ma mentre pendevano, il cardinale degli Ubaldini atterrito chiese ed ottenne una tregua. Manfredi sulla fede de'patti ritiravasi verso Bari, allorché il cardinale, rompendoli, occupò proditariamente Foggia ; ma assediato e disperante della vittoria, non ostante che i suoi chiedessero di combattere, fu costretto ad implorare la pace.
      ÌS'e fremerono i Guelfi; accusavano di tradimento il cardinale. L'Ubaldini, a dir vero, non era traditore, ma vano, millantatore, vigliacco, era uno di que'ciarlatani che sotto gli aurati tetti di un suntuoso palazzo fanno e disfanno il mondo, ma alla prova ravvolgono la propria dappocaggine nella impudenza dell'indole e nella procacità de'modi, e si salvano. Tristissima generazione di ciarlieri che abbindolano i principi, rovinano gli Stati, e non patiscono molestia di rimorsi. Il trattato, nulladimeno, dal Papa e da' suoi non fu accettato nè anche come un necessario espediente, dacché la spedizione di Edmondo era pronta a muovere. Manfredi che invigilava i raggiri della corte papale,non istette tanto a godere le delizie della vittoria e di quella momentanea pace che non andasse con uno esercito ad insignorirsi di Napoli. Quella male arrivata città, che alla perfine aveva per esperienza imparato quali fossero le dolcezze della corte papale, si arrese a patti. Manfredi concesse pieno perdono. Capua e le altre città ribelli seguirono lo esempio di Napoli. Le Provincie peninsulari erano ritornate sotto l'autorità di Manfredi si ch'egli potè andare in Sicilia, spegnervi la ribellione, riparare ai


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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