Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
23
STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
due fazioni la celebre pace di Santo Ambrogio, per mezzo della quale gli uffici, dal più alto fino all'infimo, furono egualmente partiti. Così ogni apparente pretesto ai tumulti era tolto. Ma riaccesa la lotta in Como, i popolani milanesi che erano corsi a soccorrere la fazione da loro favoreggiata, ritornando a Milano furono aggrediti e costretti ad accettare un' altra convenzione la quale invalidava quella giurala in Santo Ambrogio. Il popolo si scisse ; la Motta si ricostituì ; i Nobili s'elessero a capo Guglielmo da Soresina, i Mottesi Azzolino Marcellino, e il Popolo basso Martino della Torre; il quale dopo non poche risse che bagnarono di sangue lo vie della città, prevalente la plebe, fu creato anziano e capitano del popolo. Martino costretto ad esulare per volere del Legato pontificio, tornò con buon numero d' armati, richiamò il popolo alle armi, sconfisse i suoi nemici, e fu acclamato signore del Comune.
XII. Ma la signoria di Martino della Torre non era per anche assoluta, come quella che Ezzelino esercitava negli Stati sottoposti alla sua dominazione. Costui seguitava sempre a rendersi più esecrato, ma temuto, per le sue inaudite crudeltà; gavazzando nel sangue, gli pareva dormire sopra un letto di rose ; la sicurtà con cui imperava fu tale che gli odierni uomini politici, i quali sono usi a commendare quel principe che riesca a mantenere nella quiete i propri sudditi, fosse anco quiete d'un camposanto, non vergognano di laudare Ezzelino, quasi al popolo, che inorridito ritorce gli sguardi dalla insanguinata immagine di quel mostro, vogliano con le loro ciurmerle dimostrare quello non essere sangue che lordi ma porpora che adorni il fortunato signore.
Innocenzo IV non avendo potuto trovare alcuno che avesse animo di pubblicare la scomunica contro Ezzelino nelle città della Marca — mentre ne aveva in altre occasioni trovati mille che l'avevano pubblicata contro Federigo in quasi tutta la cristianità — tentò invano di farlo assassinare o meglio d'averlo nelle mani. Alessandro IV avendo invano adoperato ogni argomento a renderselo amico, fulminò anch'egli l'anatema contro colui che facendo strazio de' nobili e della plebe, aveva rotto tutti i vincoli della umana società, e tutte le leggi
| |
Santo Ambrogio Como Milano Santo Ambrogio Motta Nobili Guglielmo Soresina Mottesi Azzolino Marcellino Popolo Martino Torre Legato Comune Martino Torre Ezzelino Stati Ezzelino Ezzelino Marca Federigo Martino Alessandro IV
|