Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      della libertà evangelica. 1 Elesse suo legato lo arcivescovo di Ravenna esortandolo ad infiammare lo zelo de" fedeli, chiamarli allearmi, munirli del simbolo della croce, e concedere loro tutte le indulgenze riserbate ai combattenti in Palestina. 5 II legato avendo senza prò inanimiti i guelfi alla impresa, si collegò coi Veneziani, e dopo d'avere solennemente bandita la crociata, raccolse un esercito che pose sotto il comando di Marco Badoero; e nel giugno del 1256, mentre Ezzelino era con le sue milizie andato a Mantova, entrò nel Padovano. Udì dopo lo arrivo,i crociati assaltarono la città, la quale era difesa da Ansedisio nepote del tiranno. Ansedisio che non aveva potuto, secondo i comandamenti dello zio, impedire il passo agi' inimici, volendo adesso riparare a que-l'errore, e con ciò sottrarsi al gastigo, difese valorosamente la terra. Ma i crociati tornarono più feroci allo assalto, e coprendosi con una specie di testuggine, studiavansi di atterrare con ingenti macchine una porta. Gli assediati vi gettano materie combustibili ; il fuoco si appiglia alla macchina, e da questa si comunica alla porta. Il popolo di dentro e i soldati si spaventano; Ansedisio si perde d'animo e coi suoi fugge uscendo di città por la porta opposta. Come le fiamme furono spente,
      10 esercito crociato entrò trionfante in Padova, e la saccheggiò per otto giorni, devastando edifizii, ed ammazzando gì' innocenti cittadini.
      Poiché 1' avidità ladronesca de' vincitori fu sazia , ed espugnata la Cittadella, si apersero le carceri dalle quali uscivano, come di fondo agli aperti sepolcri, migliaja d'infelici d'ogni sesso ed età, scarni, macilenti, trepidanti, e sconciamente mutilati. I miseri Padovani, tuttoché avessero sostenuto i malefici effetti della sfrenatezza de'liberatori, benedicevano la Provvidenza che dopo tanti anni di spaventevole servaggio
      11 cavava disotto agli artigli di quel figlio d'inferno. Ma la miseranda serie delle loro sciagure non era per anche compiuta, ne mancava una che a pensarvi mette orrore e raccapriccio ne'petti più intrepidi. Appena Ezzelino seppe della caduta di Padova, fe'posa agli incendi e alle devastazioni'che stavansi
      1 Parole delta epistola pontificia, riportata dal Rainaldo all'an. 1253.
      1 Luogo citato.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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