Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      impresa, previde il pericolo, e mandò dicendo alla terra non aprissero le porte a nessuno. Difatti era appena arrivato questo ordine che Alberigo accompagnato da'suoi Trevisani si presentò innanzi a Padova chiedendo a nome del legato, gli si aprissero le porte. Ma fallitogli l'inganno, ed appressandosi i crociati, andò a Treviso, si tolse la maschera, dichiarassi apertamente per Ezzelino; il quale pochi giorni dopo si presentò innanzi alle mura di Padova, ma avendo tentato invano di ricuperarla, pieno d'ira e di scorno retrocesse a Vicenza.
      Posate le armi, Ezzelino andava ingegnandosi di stringere nuove alleanze. ProfTerse amicizia a Riccardo di Cornovaglia, e ad Alfonso di Castiglia, i quali allora disputavansi lo impero germanico, comperando i voti degli elettori. Si provò di blandire i capi ghibellini delle varie città lombarde giovandosi delle intestine discordie, eh' egli o destava o inaspriva. Sopratutto gli tornò a grandissimo giovamento la lega ch'egli fermò con Buoso di Doara ed Oberto Pelavicino, dichiarando comuni a tutti e tre le conquiste che avrebbero fatte. Congiunte le sue alle forze loro, gli venne fatto d'insignorirsi di Brescia.
      In questa città ardeva più che altrove feroce la contesa fra i Guelfi e i Ghibellini, i quali, comechè fossero rimasti vincitori, non avevano mai voluto consentire che Ezzelino v' entrasse. Non era corso molto tempo che il legato del papa potè in certo modo comporre la discordia, ed aggregare Brescia al partito della Chiesa. Se non che pochi mesi dopo, riaccesa la lotta, ai Ghibellini fu forza esulare. Si congiunsero con Oberto Pelavicino, e assaltarono Torricella e Volongo, castelli de'Bresciani. Questi, capitanati dal legato, corsero tosto a cacciare gli aggressori. Ezzelino che vigilava come colui che aveva con astuzia guerresca apparecchiato lo evento, con celerissima mossa unitosi al Pelavicino e ai Cremonesi, passò di notte tempo l'Oglio, e aggredì i Bresciani da tergo. La resistenza fu breve; i crociati sbandaronsi; quattro mila rimasero prigioni d'Ezzelino, dalle cui mani non potè scampare lo Arcivescovo, legato del papa. Alla nuova di tanto disastro i Ghibellini, che gemevano nelle carceri di Brescia, furonoStoria dei Comuni italiani. — 2. 3


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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