Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SESTO.
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pontificie, nella primavera del 1258 andò in Sicilia, e a così bell'ordine ridusse le scompigliate cose dell'isola, con sì scrupolosa imparzialità ministrò la giustizia, e con tanta clemenza trattò i vinti ribelli, che ogni vestigio d'opposizione disparve, ed egli in breve tempo seppe acquistarsi l'universale affetto de' popoli. Mentre se ne stava in Palermo, si sparse la voce che Corradino era morto in Germania. E poiché nel testamento di Federigo era chiamato a succedere Manfredi, i baroni, e i prelati del regno — a dispetto della scomunica l'anno innanzi fulminata dal papa contro lui — lo acclamarono re; e nello Agosto dell'anno medesimo ei fu solennemente incoronato. 1 Fortunatissimo evento che avrebbe potuto costituire la Italia con maggiore agevolezza che non avessero avuta i meglio disposti principi degli anni precedenti. Imperocché le cose di Germania erano in tale scompiglio da non recare molestia nessuna ai popoli italiani. La contesa pel trono germanico durava tuttavia, né accennava ad una prossima fine. Manfredi non poteva nutrire speranza di dominio oltre le alpi. I suoi pensieri erano tutti rivolti alla penisola eh' era sua patrja. Pose adunque ogni studio a procacciarsi alleanze specialmente coi capi di parte Guelfa e coi liberi comuni, unico modo di infiacchire i papi in guisa che non gli potessero più nuocere. Fece una convenzione coi Genovesi e concesse loro amplissimi privilegi e numerose franchigie nel regno. Rinnovò un trattato, qualche anno innanzi, concluso coi Veneziani. Non così coi Pisani, i quali tenevano per Alfonso il Savio, eh' essi avevano eletto imperatore.2 Ma rimanevano pressoché soli, e poteva antivedersi che tra breve richiederebbero l'amicizia del principe protetto dalla fortuna. E veramente la fortuna gli arrise oltre ogni credere, allorché egli in onta al divieto del pontefice che lo aveva di nuovo scomunicato insieme coi baroni e coi vescovi siciliani plaudenti
1 Jamsilla, Ilistoria de lìebui Friderici 11, Corradi, et Manfredi regum.
1 Vedi nel Fa micci , lib. Ili, cap. I, riportato l'atto eoa cui l' ambasciatore de' Pisani elegge, assume, promuove , chiama ed inalza Alfonso in re de' Romani ed imperatore del romano imperio, e gli dà la investitura promettendogli anche lo impero orientale. L' atto ha la data di Socia città del regno di Castiglia, fauno 1236, il dì Ji aprile.
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