Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      assediare il castello d' Orzinovi nel bresciano. Vi accorse a difenderlo Oberto Pelavicino coi Cremonesi, e pose gli accampamenti a Soncino lungo la riva dell' Oglio. Azzo d' Este co'Ferraresi e coi Mantovani fermossi a Marcheria. Martino della Torre con que'di Milano non tardò a giungere a Cassano presso l'Adda, prontissimo a soccorrere gli assediati ove ne fosse nato il bisogno. Mentre Ezzelino teneva a bada gì' inimici nel riferito modo disposti, fatta ritornare a Brescia la sua fanteria, con quattro o cinque mila cavalli, il 17 settembre, guadò il fiume e s'avviò verso Milano, la quale priva delle migliori milizie, non avrebbe potuto opporre resistenza alla poderosa cavalleria di lui. Ma il suo movimento non fu ftitto con tanta secretezza che Martino della Torre non se ne accorgesse o intendesse il significato, nè con tanta celerità che questi non fosse a tempo di prevenire l'arrivo dell'inimico, il quale vide così sconcertato il proprio disegno. Nondimeno diede l'assalto a Monza, ma fu respinto; assaltò anche il castello di Trezzo, e fu respinto. Allora si accorse del pericolo da cui era minacciato, trovandosi fra mezzo a tre eserciti nemici e in paese non amico. Non avendo potuto passar l'Adda per tornare a Brescia, arrivò la notte a Vimercato, e fece guardare il ponte di Cassano. Ma ecco improvvisamente sopraggiungervi il marchese d'Este, con le milizie di Ferrara, di Mantova , e di Cremona, e cacciare le guardie dal ponte. Vi accorre Ezzelino col nerbo dello esercito e con impetuoso urto tenta di rinculare il marchese. Ferito da un dardo nel piede sinistro, indietreggia, sprona a Vimercato, si fa fasciare la ferita, ricompare a cavallo fra'suoi che cominciano a mostrarsi sgomenti e confusi, e ripassa il fiume per un varco con intendimento di salvarsi nel territorio di Bergamo. Ma i collegati Io assaltano; si sparge la nuova che i Milanesi avevano passato l'Adda; una subita paura scompiglia la cavalleria d'Ezzelino. I Bresciani non più ascoltano la voce del comando e in sembianza di fuggitivi, prendono il cammino di Brescia. Gli inimici da ogni parte lo circondano. Egli si difende intrepidamente linchò Mazzoldo de'Lavelonghi, bresciano, al fratello del quale il tiranno aveva fatta troncare una gamba, gli avventa un poderoso colpo nel capo e Io stramazza giù da


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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