Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      ILIBRO SESTO. 37
      mana. Le pratiche, nondimeno, non furono rotte. E' fu un lungo ed ostinato discutere che durò qualche anno; in fine si venne ad una conclusione; e il papa si chiamò pago della sovranità feudale del regno, del dominio diretto di Benevento, e d' un annuo censo o tributo di dieci mila once d'oro e d'un bianco palafreno. ' Scarso risultamene per le pretese della corte di Roma condotte con isquisita accortezza; ma i tempi stringevano , e non v' era altro compenso. Lo accordo concluso parve a tutti precursore di grandi novità. 1 Romani per sottrarsi alle oltracotanze de'nobili, che dopo la morte del senatore bolognese erano tornati al vecchio ladronesco mestiere, pensavano di offrire quella dignità ad un principe potente. Chi proponeva Manfredi, chi Pietro figlio del re d'Aragona, chi Carlo d'Angiò. Vinsero i Guelfi il partito ed elessero Carlo. Ne arse di sdegno il papa; ma perchè allora né stava nè comandava in Roma, simulò di assentire lo ufficio di senatore allo Angioino, e gli fece giurare certi patti segreti.8
      XVIII. Ad Urbano non fu dato vedere incominciata la impresa del regno, perocché egli cessò di vivere nell'ottobre del 1261. Ma Clemente IV, altro prelato francese, che gli success?, avendo trovata la corte pontificale popolata di cardinali e prelati francesi, seguitò la politica dello antecessore; e non cessando mai di spronare Carlo a scendere in Italia, a fine d'ajutarlo nelle spese di assoldare un numeroso esercito, gli concesse la riscossione delle decime in Francia; mentre la moglie, cui da lungo tempo consumava l'ambizione di essere coronata regina al pari delle sue tre sorelle,3 impegnava o vendeva le proprie gioje o gli averi dolali. Il papa dal canto suo profondeva perdonanze e grazie spirituali con larghezza da disgradare il più prodigo dc'suoi predecessori. Carlo ai grandi prometteva feudi e ricchezze, alla plebe il saccheggio; e poi eh' ebbe raccolto un esercito di cinque mila cavalieri, di quindici mila pedoni, e dieci mila balestrieri, ne diede il co-
      1 Vedi Giannone, vedi parimente gli atti originali nel Thesaur. Anedoct. di Martene e Dorami, T. II.
      2 Raynaldus, ad ami. 1264.
      3 Fra figlia di Raimondo Bcrlinghiert conte di Provenza, al quale accenna Dante parlando di Romeo nel Paradiso, Canto VI.
      Storia dei Cornimi italiani. —2. <


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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