Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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38 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
mando al suo genero ch'era figlio del conte di Fiandra, e commise alla moglie che lo guidasse per terra. Ei s'imbarcò a Marsiglia; e dopo d'essersi miracolosamente salvato da una tempesta e dalla armata navale di Manfredi che guardava il littorale, e aveva impedito con varii ingegni il varco per le bocche del Tevere, Carlo giunse a Roma, e fra le fragorose acclamazioni del popolo vestì la toga di senatore .in Campidoglio.
Ne ingelosì il papa, e forse sarebbe fra loro nato un pericoloso dissenso se il superbo animo di Carlo non avesse ceduto ai consigli della prudenza. Come senatore e come re che tra breve doveva ricevere la corona, egli credè convenevole abitare nel palagio di Laterano. Clemente gli scrisse di sgombrare; e il conte ubbidì e si stette in Roma ad aspettare lo esercito. Incredibili furono gli sforzi che fece la contessa d' Angiò per ingrossarlo e condurlo incolume a Roma. Cammino facendo, vi accorrevano gran numero di Guelfi, e quasi tutti i fuorusciti di Firenze, i quali per campare la vita da cinque anni facevano il mestiere di soldato, ed erano genti oltremodo arrisicate e terribili.
XIX. Il passaggio dell'oste francese per la Italia produsse, come era da aspettarsi, notevoli mutamenti nelle condizioni de' due grandi partiti. La potenza de' signori della Torre, ognora appoggiandosi sul popolo, si era siffattamente ingrandita che, sebbene Martino fosse considerato come il capo de'Guelfi, non mostravasi punto ligio ai voleri della corte romana. Poiché ebbe ripetutamente sconfitti i nobili milanesi, mostrandosi mite e magnanimo nella vittoria, varie città si rivolsero a lui come a valido sostegno contro le insane ambizioni de'nobili o dei demagoghi; questa lo nominava signore, quella gli dava il diritto di eleggere il potestà, l'una lo faceva capitano delle milizie, l'altra capo della giustizia; tutti lo salutavano protettore del popolo. Per porre impedimento allo accrescersi di tanta potenza il papa si provò di contraporgli un' altra potente famiglia. Da quattro anni rimaneva vacante la sedia arcivescovile di Milano. Gli elettori discordavano. Il popolo voleva eleggere Raimondo della Torre consanguineo di Martino; ma il papa, ch'era Urbano IV, no-
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