Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      mente guelfo, e qualvolta sentivasi oppresso dalle sempre rinascenti pretese del vecchio partito de'nobili, o minacciato dalla tirannide imperiale, invocava il nome del papa come capo spirituale de' fedeli e perpetuo protettore della Italia, ma non era in nessun modo inchinevole a servire di semplice strumento alla profana ambizione della corte romana. Inoltre i capi, o come pur allora cominciarono a chiamarsi, signori delle città, sotto sembiante di difendere il popolo minuto contro i maggiorenti, non potevano dal connubio del principe francese con la Chiesa sperare ingrandimento o salvezza, e molto meno la indipendente dominazione, alla quale per vie coperte aspiravano. Tale significanza, a chi bene consideri, rendono i moti di Brescia, di Vercelli, di Piacenza, di Cremona, di Parma e di altri Comuni, moti ben diversi da quelli di Toscana, e massimamente di Firenze.
      Quivi in quel tempo dominavano i Ghibellini, i quali a poco a poco avevano co' redivivi privilegi della aristocrazia oppresse le libertà popolari. Capo del reggimento era il conte Guido Novello, il quale dopo la partita di Giordano Lancia era rimasto vicario di Manfredi e comandava una eletta coorte di seicento cavalieri tedeschi. E perchè, sebbene i Guelfi fossero stati cacciati, e da sei anni ramingassero per le terre d'Italia, il popolo era guelfo,1 la vittoria di Carlo d'Angiò, e gli allori che aveva acquistati la legione fiorentina benedetta dal papa — il quale dandole arme e bandiera, pareva l'avesse considerata come il vero popolo fiorentino — fra mezzo alla gioja per la disfatta de'Manfrediani fecero rincrudelire le piaghe non per anche richiuse della rotta di Montaperti. Ed era da per tutto un agitarsi, un mormorare, un muovere alto lamento delle gravezze dq cui la cittadinanza, non ancora assuefatta, non dico ad eserciti stanziali, ma a lungo mantenimento di mercenarii, era oppressa; indizii certi di vicina procella. Li conobbe il conte Guido, e pensando esser meglio antivenire che affrontare il pericolo, ponderate saviamente le cose, conobbe essere necessaria una riforma di governo che satisfacendo al popolo, liberasse i Ghibellini dalla
      1 a 11 popolo di Firenze era più guelfo d' animo che ghibellino ec. • C. Villani, lib. VII, cap. t5.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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