Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
rovina. Erasi a quei tempi in Bologna istituito un ordine de' Cavalieri detti Frati Godenti, i quali dovevano difendere le vedove e i pupilli, e comporre la pace.1 E siccome la cosa era nuova e menava rumore, i capi ghibellini ne chiamarono due a Firenze, cioè messer Catalano de'Malavolti di parte guelfa, e messer Roderigo di Landolo di parte ghibellina, e gli elessero potestà, conferendo loro ad un tempo balla di rifare il reggimento. I due frati tuttoché per parte fossero divisi, si posero d'amore e d'accordo più per loro proprio guadagno che per il bene del comune.? Crearono un consiglio di trentasei Buoni uomini mercatanti e artefici maggiori, eleggendone d'ambi i partiti, e non sospetti. Il consiglio primamente ricostituì le arti, cioè le ordinò con consoli e capitu-dini, e per così dire, fece che ciascuna avesse un governo speciale che fosse non in conflitto, ma in perfetta armonia col generale governo del comune, e le divise in dodici, sette maggiori e cinque minori. Le sette come quelle che comprendevano le famiglie più opulenti ed insigni della cittadinanza furono le prime ad ordinarsi e ciascuna di esse ebbe arme propria e proprio gonfaloniere. Le cinque arti minori l'ebbero più tardi, come dirò a suo luogo.
I due potestà, benché rappresentassero i due partiti, s'avvidero tosto che il consiglio de'trentasei intendeva con tutto l'animo a fare il bene del popolo. I Ghibellini presentirono che i loro nemici tra poco tempo avrebbero piena signoria dello Stato ; e il conte Guido Novello richiese ajuti ai Comuni amici, i quali mandarono novecento cavalieri, così che ne aveva raccolti sotto il suo comandamento mille e cinquecento. S'accrebbe la spesa per mantenere tanta oste. Il conte propose una nuova imposta. Il consiglio ricusava di concederla, e speculava per trovare altri mezzi meno gravosi alla cittadinanza. I Ghibellini assaltarono la casa dove il consiglio deliberava. I consiglieri uscirono; la città si levò tutta a rumore, serraronsi le botteghe, ogni uomo corse alle armi. Il popolo si ridusse in sulla via larga di Santa Trinità, guidato da messere Gianni de' Soldanieri. Il conte uscì fuori con tutti i
1 Villani, lib. VII, cap. 13.
1 Vitlaui, tn«fjo cilal».
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