Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SESTO.
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suoi cavalieri, ma non potendo disserrare il popolo, e temendo di peggio, comandò al bandierajo di muoversi con le insegne ; ed uscendo di città in bella ordinanza si ridusse a Prato.
Cessata quella subita paura, tutti condannavano la follia di essersi, senza colpo di spada o senza che altri li cacciasse, partiti da Firenze. Cercarono con un nuovo fallo riparare al fallo primiero. Ritornati la dimane a Firenze, chiesero la entrata; ma il popolo, imbaldanzito d'una vittoria riportata senza sangue la quale faceva sembrare dappocaggine lo insano consiglio de'Ghibellini, non volle aprire le porte: onde coloro tor-naronsi tristi e scornati a Prato.
Liberatosi delle armi, eh' erano il maggiore e quasi unico sostegno di parte ghibellina, il popolo volle una generale riforma del reggimento. Mandò via i due Frati Gaudenti, e chiese agli Orvietani ajuto di gente, un potestà e un capitano del popolo. Vi mandarono potestà Ormanno Monaldeschi con cento cavalieri. Circa due mesi dopo, cioè nel gennajo del 1267, il popolo rimise in Firenze i Guelfi e i Ghibellini, e fece loro giurar pace, la quale, come allora usava, fu seguita da parecchi jnatrimonii fra le precipue famiglie di ambedue i partiti. Ma tale pace durò poco, perocché appena rientrò in patria la falange fiorentina, che aveva combattuto e vinto in Puglia e s'era meritata laude dallo stesso Manfredi,1 parte guelfa trascorse ad ogni specie d'insolenza e di soprusi. 1 rimpatriati, che ardevano di vendicare gli stenti da loro sofferti nello esilio, e forse d'accordo con Carlo, a lui mandarono secretamente richiedendolo di gente; e quegli spedì tosto il conte Guido di Monforte con ottocento cavalieri franceschi. Il dì precedente la Pasqua di Resurrezione, essendo il conte presso alle porte, i Ghibellini, di notte tempo, uscirono dalla patria, e cercarono
1 fc E vedendo il re Manfredi fatte le schiere, domandò della schiera quarta che gente erano, i quali comparivano molti» bene in arme e in cavalli e in arredi e soprHnsegne ; fogli detto eli' era la parte guelfa usciti di Firenze e dell' altre terre di Toscana. Allora si dolse Manfredi dicendo : Ov' è I' aiuto ch'io ho dalla parte ghibellina, ch'io ho cotanto servita, e messo in loro cotanto tesoro? E disse*, quella genie [cioè la schiera de'tìuelfì} non possono oggi perdere; e ciò venne a dire elle s'egli avesse vittoria, sarebbe amico de' Gii elfi di Firenze ec. a G. Villani, lib. VII, cap. 9.
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