Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      47 STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
      asilo, chi a Pisa, chi a Siena, chi altrove, dolenti o vergognosi come sette anni innanzi i Guelfi erano usciti pria che arrivassero i vincitori di Montaperti.
      XXII. Così la città, rimasta tutta guelfa, elesse signore per dicci anni Carlo d' Angió, il quale simulò di ricusare, dicendo de' Fiorentini bastargli il solo cuore, ed egli non cercare altra giurisdizione; nondimeno pel bene loro e per non mostrarsi scortese a cotanta generosa profferta accettava la signoria.
      Appena giunto in Firenze il vicario di re Carlo, rifecesi in questa guisa il reggimento, che può dirsi come il preludio della grande riforma dei tempi di Giano della Bella, come il fondamento del governo guelfo o popolare che poi svolse ed esplicò tutte le forze incivilitrici di quel maraviglioso popolo.
      Innanzi tutto crearono un magistrato di dodici Buoni uomini, che rispondevano agli anziani dello antico reggimento, e che insieme col Potestà e Capitano del popolo formavano quello che oggi direbbesi potere esecutivo del Comune. Questo supremo magistrato era veramente tale, cioè non poteva usare il minimo arbitrio senza lo assentimento di uno o alcuni o tutti i consigli, i quali prendevano tanta parte a qualsifosse importante deliberazione che lo intero popolo pareva partecipare in modo positivo e quasi diretto al governo della cosa pubblica. Il primo consiglio, nel quale discutevansi le pubbliche faccende, era quello del popolo e constava di cento cittadini; da esso il negozio passava al consiglio delle capitudini delle Arti maggiori e a quello di credenza composto di ottanta. Il dì seguente la proposta, vinta ne'detti consigli, era rimessa al consiglio del potestà, nel quale sedevano novanta uomini Grandi e Popolani, e le capitudini delle Arti; e in fine al Consiglio generale ch'era composto di trecento uomini d'ogni condizione. L'ufficio di camerlinghi della pubblica pecunia fu dato a'religiosi di Settimo e d'Ognissanti di sei in sei mesi.1
      Un altro singolarissimo ordinamento fu anche fatto, e davvero singolarissimo poiché nulla di simigliarne si era fino
      1 Nel descrivere questa rifornì') ho seguito il Villani, il quale nelle cose die sono vicine ai suoi tempi, qualvolta non ne vada la reputazione di patto guelfa alla quale egli apparteneva, è mirabilmente accurato.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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