Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUiNI ITALIANI.
      scendo la procella, gli fu necessario aspettare tempi migliori, e per allora appagarsi della speranza o promessa di dichiararlo successore, datagli da Manfredi. Ma tale speranza dopo la caduta dello zio e la conquista di Carlo d'Angiò, parve fallirgli. Il regio giovinetto, che gli storici di quei tempi dipingono precoce di mente, generoso di animo, ed acceso di grande ambizione, in allora se ne stava, oppresso sotto il peso della sciagura di sua famiglia, nelle terre dello zio Duca di Baviera, allorché vi giunsero quattro fuorusciti che erano fra i più cospicui personaggi del regno, e rimasti sempre fidi a Manfredi. Costoro col presente di cento mila fiorini d'oro, gli recavano il voto di tutta parte ghibellina, che lo chiamava in Italia alle due corone. Il giovinetto si sentì riavere, e con infinita gioia accolse 1' ambasciata; e non porgendo ascolto alle preghiere della madre che voleva rattenerlo da tanto temeraria impresa, si diede a raccogliere gente d'arme, alienò quel poco che rimanevagli de'beni ereditarii, ed accompagnato dal Duca di Baviera, dal Conte del Tirolo, e da Ermanno di Baden, nel-l'anno 1267, passò le Alpi e giunse a Verona. Quivi fermossi • per aspettare che a lui da ogni terra d'Italia venissero i Ghibellini; ma essendosi consumata la pecunia, il duca di Baviera, il Conte del Tirolo, ed altri signori tedeschi ritornarono in Germania. Non per ciò Corradino si perdè d' animo. Da Verona scrisse lettere a tutti i principi cristiani e ai popoli d'Italia, narrando le proprie sciagure e le persecuzioni con che la corte romana osteggiava lui innocente. Papa Clemente se ne / offese, citò al suo tribunale costui, ch'egli chiamava stolto fanciullo, e rinnovò la scomunica.
      XXIV. La presenza di Corradino in Italia, fu come una magica apparizione che produca repentino e inatteso concita-mento ne' cuori di tutti. I guelfi simularono di schernire; i ghibellini apersero I' anima alle più belle speranze; e le cose d'Italia non procedevano meglio per quelli che per questi. Se parte guelfa trionfava per la riportata vittoria e simulava di spregiare ogni timore di futuri danni, i ghibellini avevano per tutta Italia tese le Ala d'una cospirazione,o lega, che si voglia dire, intesa a minare a Carlo il terreno in ogni punto. In Toscana la forte e ricca città di Pisa, e la bel-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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