Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      loro a non differire la impresa, senza nò anche la sembianza di un pretesto, prese i mercanti genovesi che stanziavano ne'suoi porti, e confiscò loro gli averi. I Genovesi si accorsero che la moderazione gli trarrebbe alla rovina, e gli dichiararono la guerra. Non risposero a Carlo con pari rappresaglie, ma intimarono a tutti i sudditi di lui, d'uscire dentro quaranta giorni dal territorio del Comune. Carlo allora gli assaltò per terra e per mare; ma benché all' opera fratricida concorressero varii Comuni italiani, e in ispecie i Guelfi di Toscana, ei rimase sempre perdente.
      Accrescevasi per queste cose lo sdegno del pontefice contro l'Angioino, ma gli era mestieri reprimerlo e simulare, a fine di minargli il terreno sotto i piedi, e porlo in condizione di non potere più oltre essere d'impedimento alla impresa di Palestina. Primamente scrisse agli elettori in Germania perchè, vergognando delle loro lunghe discordie, facessero senno e sollevassero dal fango lo scettro imperiale punendolo nelle mani di un valoroso e giusto principe. La voce del pontefice fu ascoltata, e non solo gli elettori, ma tutti i principi germanici concordarono ad eleggere Rodolfo di Absburgo, fondatore della casa d'Austria. Con questa elezione Carlo perdeva il titolo di vicario imperiale, titolo dato a lui da'papi e in alcun modo giustificabile in tempo d'interregno, e col titolo perdeva il- diritto ad essere obbedito da' Comuni che non glielo contrastavano.
      Nel tempo medesimo Gregorio X studiavasi di portare un colpo più micidiale all' ambizione di Carlo. Sapevasi che da qualche anno questi aveva fatta una convenzione con Baldovino imperatore; il figlio del quale, come erede presuntivo del trono, aveva sposata una figliuola di Carlo. Baldovino era morto, e Carlo raccoglieva gran numero di armi, di vettovaglie e di navi ne' porti de' suoi Stati, per passare in Oriente. 11 pontefice per isturbare una guerra che sarebbe infallibilmente riescita d'irreparabile detrimento alla impresa di Terra Santa, conduceva pratiche con Michele Paleologo, che già con subito rivolgimento, gridando il diritto di suo nipote Giovanni alla corona imperiale, s' era insignorito di Costantinopoli, ed aveva costretto Baldovino, già ridotto alla estrema miseria, a sai-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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