Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO. "05
      e Carnevale, tutti della famiglia della Torre, caddero in mano de' nemici, e dai Comaschi furono per rappresaglia, rinchiusi dentro gabbie di ferro. Francesco ed Andreotto della Torre furono uccisi insieme con Ponzio degli Amati potestà di Milano. Gastone, saputo il disastro della sua famiglia, con cinquecento cavalli da Cantù, dove trovavasi, corse a Milano. Vi entrò per forza, si spinse impetuosamente fra mezzo all'onda del popolo che tempestava per le vie ; voleva difendere le sue case che erano state saccheggiate ed ardevano ; ma si accórse pur troppo che, più stando, avrebbe corso pericolo, e quindi se ne andò a Lodi. Vi trovò chiuse le porte ; si condusse a Cremona ; anche da quivi gli convenne partirsi e cercare rifugio in Parma.
      Il popolo di Milano non poteva più oltre tollerare il giogo che sconsigliatamente da dodici anni s'era recato sul collo. I Torriani demagoghi, lusingando e briacando la plebe, s'erano fatti tiranni del Comune. A mantenervisi avevano cacciato in bando e spogliato i nobili. Gli ufficii di maggiore importanza nello Stato erano occupati da' membri della famiglia e della numerosa parentela loro. Per sostenere le continue guerre avevano gravato d'insoliti e insopportabili balzelli tutti i cittadini, i quali, benché tuttavia esistessero le libere istituzioni del reggimento popolare, avevano in effetto perduto i bene-ficii del popolare governo. 11 popolo s'accòrse d'essere flagellato e divorato da coloro eh' egli aveva reputato suoi protettori; e appena gli vide abbandonati dalla fortuna, si volse loro contro, non per rivivere a libertà, ma per acclamare un nuovo padrone.
      Come l'arcivescovo si avviò per entrare vincitore in Milano, il popolo col clero uscì ad incontrarlo esclamando: pace I pace I e lo gridò signore perpetuo. Accettò Ottone la signoria dello Stato; e per mitezza d'indole, ovvero per accorgimento politico, dopo d'avere inibito rigorosamente agli esuli rimpatriati di fare vendetta contro chi che si fosse de'cittadini, elesse a potestà il conte di Lomello, a capitano del popolo Simone da Locamo, a capo delle armi il marchese di Monferrato; e riformò, come meglio a lui parve, lo Stato.
      Per la caduta de' Torriani risorgeva parte ghibellina in
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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