Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
tanta docilità da un uomo duro, superbo ed ambizioso qual era il re di Sicilia. Però non volle lasciare l'opera a mezzo, e compì un altro fatto che più de' precedenti tornò increscevole a Carlo. L'abiura fatta da Michele Paleologo nel Concilio di Lione, dirittamente considerandola, non significava ricongiungimento della Chiesa greca alla latina ; imperciocché il clero e il popolo seguitavano in Oriente a professare que'dommi che erano detti eresie, ed a mantenere rigorosamente la loro liturgìa. L'atto di Michele era un omaggio speciale, reso, perchè l'utile suo proprio così richiedeva, alla Santa Sede, e poteva o essere da lui stesso revocato, o con la sua morte rimanere nullo. E di fatti sapevasi in Occidente che il Paleologo era in conflitto col clero ed anche con la propria famiglia. Papa Niccolò gli propose un trattato, pel cui mezzo si raffermava la fatta unione senza detrimento della Chiesa greca, alla quale veniva concesso di serbare la sua liturgia, più che i dommi cagione precipua d'ogni discordia.
Carlo sentì acerbamente il colpo che gli arrecava tale concordia religiosa, perocché continuando gli apparati ai quali da lungo tempo attendeva, non poteva dichiarare la guerra e recarsi in Oriente percosso dai fulmini della Chiesa. E certo Niccolò non avrebbe rattenuto il braccio ; imperciocché pace fra loro non poteva più essere dal dì che — come ne corse la voce — il pontefice avendo richiesto per un suo nipote la mano d'una nipote del re, Carlo sprezzantemente respinse la presun-(uosa proposta, irridendo alla stolta ambizione del prete. Da questo odio cupo e secreto originò la tradizione, vera o falsa che sia, della connivenza del pontefice a far ribellare la Sicilia a Carlo. Non v' è dubbio che Niccolò, se avesse avuta più lunga vita, avrebbe maggiormente umiliato il superbo principe ; il quale, mentre imperava con un dispotismo sanguinoso che ha pochi esempi nella storia, di faccia alla Chiesa fece lunga prova di prudenza e moderazione inesplicabili, e non verso la sola Chiesa, ma anco verso Rodolfo, la figliuola del quale andò sposa a Carlo Martello figlio dello erede del trono siciliano.
XXXV. Papa Niccolò, ottenuta da Rodolfo la rinuncia ad ogni autorità sopra le terre, che la Chiesa, per la pretesa do-
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