Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      tuttaquanta sconvolta. Ne seguivano tuttodì ferimenti, rapine, e d' ogni generazione maleficii. I magistrati preposti alla cosa pubblica, usavano estremo rigore verso i malfattori, gravandoli di grosse multe ed anche punendoli di morte; ma non perciò lo spavento nella città cessava. Donde nasceva che il popolo desiderasse la tornata degli usciti, i quali s'erano rivolti a Niccolò perchè mandasse ad esecuzione la pace fatta da papa Gregorio X e non osservata da' Guelfi. Per la qual cosa la signoria e i capitani di parte guelfa mandarono ambasciatori a Roma pregando il pontefice di pacificare Firenze, perchè pericolava venire alle armi; e i guelfi dividendosi, avrebbero cacciato 1' uno l'altro.
      Il papa scrisse al cardinale Latino, lasciasse le cose di Romagna, e ne andasse senza indugio a Firenze. Il legato obbedì, e vi giunse a dì 8 d'ottobre 1278, accompagnato da trecento cavalieri, e fu accolto con grandi festeggiamenti da tutto il popolo. Scrutate diligentemente le condizioni della città, pose mano all' opera. Si provò di pacificare gli Uberti co' Duon-delmonti ; il popolo gli fece plauso ; e quando alcuni de'Buon-delmonti ruppero la pace, il cardinale gli scomunicò, mentre .il governo, secondando il Legato, gli bandì dal Comune. Così, quasi a preludio della quiete generale, andava spegnendo le private discordie ; ma quando parlò del ritorno degli usciti incontrò gravissimi ostacoli.
      La città s'era già ordinata a modo guelfo, e sotto quella forma di reggimento aveva domati i nemici di fuori, erasi acquistata bella reputazione per tutta la Italia, prosperava ne'commerci, respirava l'aura benefica della libertà, che ove una volta si gusti, sempre di sè asseta. Il restituire i beni agli esuli, il che sarebbe stato necessario effetto del loro ritorno, avrebbe recato gravi perturbamenti ad innumerevoli famiglie, imperocché de' beni confiscati parte era stata messa a comune, parte data ai cittadini come compensazione ai danni ricevuti quando la rotta di Montaperti costrinse i Guelfi ad esulare. Nondimeno, il savio cardinale condusse siffattamente le pratiche, che ogni resistenza disparve; e fatti i necessarii appa recchi, in sul principio dell'anno susseguente invitò il popolo a congregarsi nella piazza di Santa Maria Novella. Era tutta


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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