Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (74/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO SESTO. Ilileja, tornarono più fieri allo assalto; ma nel maggio del 1281 furono rotti. In Romagna Guido di Montefeltro dava la caccia ai Guelfi ; il papa gli mandò contro Giovanni d' Eppa francese e devoto a re Carlo, dandogli titolo e autorità di conte di Romagna, il quale aiutato da scomuniche ed interdetti, e postosi a capo delle milizie di Bologna, Faenza ed Imola, si diede a saccheggiare il territorio de' Forlivesi. Ma il gran capitano de' Ghibellini non era uomo da lasciarsi vincere dalle forze nè dalle arti di Carlo e della corte di Roma.
      XXXVIII. L'Angioino aveva pressoché recati a compimento i formidabili apparecchi per la impresa di levante. E per non parere che il campione di Santa Chiesa facesse guerra ad altro re cristiano, dianzi ricevuto in grembo di quella, fece che papa Martino rompesse la concordia fatta da Gregorio e rifermata da Niccolò, e scagliasse l'anatema contro il Paleologo.
      Carlo gioiva ; sentivasi sul capo il diadema di Costantino; ma la giustizia di Dio era ormai stanca di sostenere più oltre la efferata tirannide del perverso principe, ed era imminente a scatenarglisi addosso con tanto impeto che non solo ridusse in fumo i disegni di lui, ma fu miracolo se non lo trasse insieme co' suoi ad una piena e perpetua rovina.
      Già sordo alle ammonizioni di Clemente amico e di Gregorio non apertamente ostile, Carlo seguitava- a fare miserando strazio de' malarrivati popoli. La baronia indigena — che tali potevano considerarsi i feudatarii del regno creati sotto i Normanni e gli Svevi — era immiserita e prostrata, n re non aveva voluto riconoscere nessuna precedente investitura, e con lo intendimento di spogliare i Siciliani per dare ai suoi Francesi tutti i beni territoriali, aveva chiamato a rigoroso esame i titoli de' feudi ; e non è a dire se gli mancassero sottigliezze e cavilli per dichiararli vani. E ciò rispetto a coloro che non s'erano minimamente mostrati ostili a lui o devoti agli Svevi, perocché pei rei o sospetti di affetto verso la caduta dinastia, non vi fu ombra di misericordia. Ma le angherie con che aveva oppressi i baroni erano lieve cosa verso la tirannesca rabbia con la quale torturava tutti gli ordini della cittadinanza. Per tutte le città e terre anche feudali del reame correvano gl'inesorabili ministri regii, i quali avevano coman-
      Sloria «ci Comuni italiani. — 2. 7


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (74/507)






Romagna Guido Montefeltro Guelfi Giovanni Eppa Carlo Romagna Bologna Faenza Imola Forlivesi Ghibellini Carlo Roma Angioino Santa Chiesa Martino Gregorio Niccolò Paleologo Costantino Dio Clemente Gregorio Carlo Normanni Svevi Siciliani Francesi Svevi Comuni