Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      i più audaci brontolavano. La cosa parve sì strana a' Francesi, che pensarono i Siciliani avere armi nascoste. Si diedero a frugarli sgarbatamente : un francese chiamato Droetto si appressa ad una bellissima giovane, che stavasi dignitosa accanto allo sposo, e col pretesto di vedere se tenesse armi nascose sotto le vesti, le pone le mani in seno e la brancica tutta. Cadde l'onesta, priva di sensi, in braccio al marito, il quale, reso ebbro della immensa ira, esclama: Muoiano, oh 1 muoiano questi Francesi ! — In così dire un giovane esce dalla folla, si precipita sopra Droetto, lo disarma e gli figge l'arma nel cuore. Allora e' fu un solo grido che usciva unanime dal popolo il quale da ogni parte accorreva al luogo : Muoiano, muoiano i Francesi! — I Francesi erano dugento, e tutti caddero trucidati. 11 popolo irruppe nella quieta città intronando l'aere con feroci gridi di : Morte ! morte ! I cittadini levansi a tumulto, e capitanati da Ruggiero Mastrangiolo corrono per tutte le vie cercando i Francesi, e quanti ne trovano tanti ne ammazzano. E perchè non ne rimanga nè anche uno vivo, a coloro che sembrano sospetti fanno pronunciare la parola ritiri (ceci), e se dal modo di profferirla conoscono che sono francesi, li trafiggono. II Giustiziere s'era chiuso ed asserragliato nel palazzo, edificio fortissimo. Ma nè porte, nè ripari, nè armi resistono al tempestare del popolo, che invade le stanze, scanna i soldati stranieri, e per ogni nascondiglio cerca il magistrato ; ma costui, già travestitosi e non conosciuto, fugge con due soli famigliari da Palermo.
      La turba intanto, non avendo ancor sazia la sete del sangue straniero, invade perfino i cenobii de'frati mendicanti, e quanti ne trova francesi ammazza. E perchè dell'abborrita gente non resti nè pure vestigio, i lattanti vengono trucidati fra le braccia delle madri, che cadono spente, nè anche allo siciliane incinte fu perdonato, perchè il popolo, nel quale invece di scemare cresceva 1' arsione della vendetta, più feroce che ferocissima tigre, apre il venire alle meschine, ne ricerca l'innocente frutto, e lo taglia, e lo calpesta, e lo disperde, perchè perisca fin la semenza dello aborrito straniero. Ài morti,che in quel primo impeto furono due mila,non fu data sepoltura cristiana.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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