Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      11*2 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      ricchi, poveri ; tutti si sentono animati dal sacro spirito della libertà riacquistata.
      Una prima fazione de' Messinesi contro parte degl' inimici che s'erano mossi per occupare Milazzo, città a ventiquattro miglia da Messina, ebbe fine non lieto. Il popolo si pose in iscompiglio; ma da quel disastro nacque forse la salute sua, imperocché, deposto dall' ufficio di capitano del popolo un demagogo detto Mussone, elesse Alaimo da Lentini, uomo grave d'anni, di nobile prosapia, e di sì bella reputazione per senno civile e per valore nelle armi, che in que' tempi di tanto pericolo tutte le città e terre che sorgono in quel vasto tratto dell'isola da Catania fino ad Agosta, lo crearono loro capitano. Egli ordinò meglio il governo, e fece più opportuni e celeri apparecchi alla difesa, standosi a vegliare i moti delle armi nemiche.
      XLI. Il dì 25 luglio, Carlo sbarcò con lo esercito nell'isola e pose il campo a quattro miglia dalla città; poi non vedendosi aggredito dal popolo che voleva impetuosamente andargli incontro, ed era stato rattenuto dal prode capitano, si spinse fin presso alle mura. Nell'ottavo giorno d'agosto assalì il monte della Capperina, e dopo sanguinoso e lungo combattere gli fu forza retrocedere. Ma i Francesi, bene giudicando che espugnato quel monte il quale da libeccio signoreggia la terra, i Messinesi non si sarebbero potuti difendere, di notte tempo tentarono riprenderlo, e già salivano cheti e cauti l'erta, allorquando parecchie donne che vigilavano"in sui ripari, se ne accorsero, e una di loro, chiamata Dina, gridò all' arme rotolando un enorme masso che nel suo impetuoso ruinare ammazzò parecchi degli inimici e gli atterrì tutti, mentre un'altra di nome Clarenza si mise a sonare a stormo una campana. Tutto il popolo in un baleno accorse alla Capperina ; i Francesi furono ricacciati con grande scempio di loro fino al campo. E fu fatto stupendo, dalla fantasia popolare abbellito di miracoli e di altri soprannaturali accidenti, che in que' tempi di credulità furono registrati anche da gravi e giudiziosi scrittori.
      Da quel dì i Messinesi si diedero a fortificare con ogni possibile ingegno l'assediata città, ed oprarono miracoli. 11 popolo di certo poteva credersi invincibile, ma i savi che


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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