Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (85/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      11*2 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      dai sindachi il giuramento di fedeltà. Non soggiornò lungo tempo nella metropoli dell'isola, ma dopo d'avere mandate le sue navi a Messina, e chiamati alle armi tutti i Siciliani dai quindici anni a' sessanta, muoveva egli stesso per terra verso la città assediata.
      XLIII. 11 dì 12 di settembre tre ambasciatori di Pietro mandarono per due frati Carmelitani a chiedere un salvocon-dotto al campo di Carlo. Questi rispose che fra due giorni lo concederebbe. Ed era risposta ironica, imperocché fremente di sdegno per la nuova della venuta e della incoronazione del re d'Aragona, che dicevasi essere seguita in Palermo, aveva deliberato di prendere Messina con un impetuoso e generale assalto. All'albeggiare del dì 14 settembre fa muovere l'armata navale preceduta da una smisurata galea coperta di cuoio per resistere al fuoco, la quale a forza di remi e di prospero vento percuote e tenta di rompere i ripari che contrastano la entrata nel porto. Ma lo sforzo riesce vano ; e gli armati di Carlo rimangono esposti al valore de' Messinesi che da quattordici galere e da sei grosse navi gli tempestano con numerose macchine di guerra, e gli costringono a ritirarsi malconci e impauriti. Intanto la città da ogni parte era assalita da tutto lo esercito francese, il quale con indicibile furia in più luoghi percuote i baluardi, lancia enormi massi, tenta scalare le mura. A difenderle era accorso tutto il popolo, gridando : Messina e libertàI Gl'inimici più volte respinti, più volte tornano allo assalto. Si accresce l'ardore ne'Siciliani, che con frecce, con sassi, con olio bollente, con fuoco greco fanno strage de' Francesi. Le stesse donne corrono a stuolo alle mura recando saette, sassi, e vivande a ristoro degli stanchi guerrieri, ed esortandoli co'più sacri nomi a combattere. Carlo d'Angiò stavasi sul limitare d' una chiesetta vicina contemplando e dirigendo la battaglia. Lo adocchia un cittadino, chiamato Bonaccorso, toglie la mira, gli lancia contro con un mangano un pesante sasso, il quale uccide due cavalieri eh' erano accanto al re. Allo improvviso colpo Carlo perde il feroce coraggio, trema, invilisce, e fa suonare a raccolta. I Messinesi levano un grido di gioia, escono dalle mura e inse-guono i fuggenti nemici,, e gran numero ne ammazzano; so-


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (85/507)






Messina Siciliani Pietro Carmelitani Carlo Aragona Palermo Messina Carlo Messinesi Messina Siciliani Francesi Angiò Bonaccorso Carlo Messinesi Carlo